Accadono cose meravigliose nella Piccola Scuola Jepis Bottega voluta da Jepis Bottega e nata come gruppo per realizzare racconti condivisi in cui ognuno decide di partecipare alle storie di bottega, come vuole e può. Ecco la storia di Mastro Raffaele raccontata da Jepis e poi da me con questo contributo scritto.


Una volta il fabbro era considerato un alchimista. La tecnica della brunitura, adoperata per rendere il ferro resistente al tempo e immortale, era spesso un mistero: come se ogni maestro del ferro custodisse gelosamente la propria pratica quasi fosse la firma dell’artigiano.

Mastro Raffaele Romanelli percorre gli ambienti del suo lavoro insieme a Giuseppe Jepis Rivello e mostra con orgoglio gli oggetti che da 50 anni lo accompagnano ogni giorno. Racconta per attrezzi, per ricordi. Racconta tracciando la sua storia come una serie di lavori realizzati, di insegnamenti, di attrezzi fatti con le sue mani e di fiori nati dal ferro e dalla calma della concentrazione. Mastro Raffaele cammina portando addosso il peso dell’esperienza; ha nei passi il segno del percorso che ha compiuto, nelle mani grandi e sporche dei materiali che tocca ha la saggezza di chi accoglie nei propri palmi la bellezza e la meraviglia di un pezzo di ferro che è molto di più di ciò che appare.

Gli insegnamenti del maestro, il fiore, la pazienza, la pace, le chiavi. Scherza il maestro quando mostra una chiave realizzata da lui e fa notare che se la spingi troppo, la chiave gira a vuoto. Se invece trovi la posizione corretta, la chiave apre e chiude la serratura. Oggi – dice Mastro Raffaele – siamo abituati alle porte digitali e con il cambiamento del mondo è cambiato anche il mestiere di molti artigiani.
Quale chiave servirà per unire il passato e il presente? – sarebbe bello chiedere al maestro.
E poi: chi è il maestro? Quello che cede il passo all’allievo che lo supera, quello che sa ancora imparare e non tenere solo per sé il mestiere che conosce.
Donare un insegnamento è come far sbocciare un fiore, come dare acqua ad altre mani sapienti affinché diventino ancora più sapienti. Mastro Raffaele forgia il ferro come una creatura viva: dal suo ferro e dai suoi attrezzi nascono infatti anche foglie e fiori che non appassiranno mai. Sembrano creature vive, nutrite dalle mani del maestro, forgiate per diventare sprazzi di natura, sculture, angoli di vegetazione che sembrano infiniti perché non conoscono quel tipo di fine comune a tutti i fiori e a tutte le foglie.

La pazienza risiede nelle fondamenta del mestiere. E questa pazienza va d’accordo con la pace, di cui è fedele amica. Pazienza e pace, unite, conducono le mani dell’artigiano là dove lui vuole andare. Mastro Raffaele quando realizza i suoi amati fiori in ferro non vuole distrazioni, vuole cercare quel silenzio e quella concentrazione che lo mettono in connessione con le sue emozioni intime, quelle che il maestro bisbiglia e racconta, forse, solo al suo ferro lavorato.
E noi chi siamo? Geppetto o Pinocchio? Colui che crea o colui che sta dall’altra parte degli attrezzi e si nutre di insegnamenti per diventare reale? La nostra chiave va bene per entrambe le serrature, possiamo imparare a girarla nell’incastro giusto e aiutare qualcun altro a forgiare da sé la propria chiave.

Anche l’artigianato dell’anima e della mente è un’arte sapiente da tramandare.

 


Qui la storia di Mastro Raffaele raccontata da Giuseppe Jepis Rivello (Jepis Bottega) in video: https://youtu.be/Wsk1Z048E1g

 

 

Laura Ressa

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Copertina: The Blacksmith (Interior of a Workshop with Figures)

Scritto da:

Laura Ressa

Classe 1986 🌻 Digital Marketing Specialist & Web Writer 🌻 Frasivolanti