Ho una nuova storia da raccontarvi che oggi mi ha reso felice. Una storia di lavoro, di semplicità, di dono e meraviglia. Di petali di zafferano incastonati in un biglietto azzurro di saluto. Una storia di paglia e spighe che avvolgono confetture, caffè e composte. Una storia che mi ha ricordato mia nonna quando a Natale regalava pacchi di caffè come un bene prezioso da custodire in casa.

Le materie prime del cuore, l’impegno del lavoro di ogni giorno, tutte questo è condensato nel pacco che ho scartato oggi e proveniente da Laurito, nel Cilento.

Passiamo troppo tempo a rincorrere attenzioni, persone per le quali siamo trasparenti, occasioni mancate e mancanti, quando dovremmo invece accorgerci di ciò che di grande stiamo seminando già senza a volte neanche saperlo.

Vi mostro in questo post i doni splendidi che mi ha inviato Daniela Romanelli dalla sua Laurito e di cui, a tempo debito, vi narrerò molti altri racconti. Il Cilento è una terra di persone ospitali e generose, mi impegnerò per meritare l’amore di questa terra!

Per il momento posso dire di essere commossa per la generosità. Nei prossimi giorni li assaggerò uno ad uno per raccontarvi di loro e del loro gusto e aggiornerò questo post.

La coincidenza fa pensare. A quasi un anno dalla nascita della Piccola Scuola Jepis Bottega, che ora si chiama Piccola Scuola Crea Racconta Ricrea, ricevo doni dalla famiglia Romanelli. Ricordo vivido il momento in cui decisi di essere parte della Piccola Scuola e di raccontare a modo mio la storia di Mastro Raffaele Romanelli, fabbro e artista del ferro. Come immaginerete, Mastro Raffaele Romanelli e il papà di Daniela Romanelli, che a questo punto definisco artista di prelibatezze.

Era agosto dello scorso anno, ero in vacanza fuori città. Avevo con me il computer e una connessione stabile.
Così una sera, seduta al letto con il PC su un tavolino tondo di vetro, scrissi quelle righe dedicate a Mastro Raffaele.

Oggi ho riprovato la stessa gioia che ho messo in questo pezzo di vita raccontato con le parole e forgiato come il ferro caldo.

Faccio ancora fatica a gestire la gratitudine che provo quando ricevo un dono. Così uso le parole per farlo, non solo per ringraziare ma per dire che ho capito che non serve cercare altro se non i propri stessi passi, insieme alle storie delle persone che si impegnano e faticano ogni giorno per dar vita a cose belle e buone, a ciò che nutre gli altri e l’umore. Prelibatezze in grado di mettere un sorriso su uno sguardo triste, un punto su un’indecisione, un “fa niente” alle nostre cause perse.

Ho imparato che devo imparare a godere meglio i doni del presente, ho capito che pensare troppo al domani fa girare la testa e fa girare a vuoto le gambe.
E sarà quello che farò: mi godrò i doni del presente in modo da sentire tutto l’impegno e il lavoro che c’è dietro questi risultati.

Ecco di cosa sto parlando:

E la storia non finisce qui…

Laura Ressa

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Copertina: biglietto di saluto dalla famiglia Romanelli che ho trovato all’interno del pacco dono, con inserti di fiori di zafferano

Scritto da:

Laura Ressa

Classe 1986 🌻 Digital Marketing Specialist & Web Writer 🌻 Frasivolanti