Non ci capita poi così spesso di pensare a quando non ci saremo più. Il pensiero può far paura o semplicemente non interessarci perché la nostra vita, appunto, sarà terminata e dunque che motivo avremmo di pensare a quel dopo.
Non so se lo si possa scegliere, ma se si potesse vorrei portare con me in quell’altrove (che forse c’è e forse no) il canto delle cicale, quel rumore che assorda e a volte ci stanca ma che, ascoltato bene, somiglia a una sinfonia.

Chissà se ci saranno ancora le cicale tra un miliardo di anni. Chissà se il loro canto sopravvivrà o ci saranno altri suoni al suo posto. Chissà se il canto delle cicale sopravvivrà alla razza umana. Chissà in che direzione girerà il vento il giorno in cui ci sarà solo silenzio e poi tutto riesploderà come durante il big bang.

C’è un autodromo a Imola, in Emilia-Romagna, intitolato e Enzo e Dino Ferrari sul cui asfalto si sono svolte moltissime corse di Formula 1.
Su quell’asfalto però il 1º maggio 1994, alla Curva del Tamburello, è accaduto qualcosa di tragico.

Nel Parco delle Acque Minerali, accanto all’autodromo e quasi vicino a quella curva, questa estate ci siamo imbattuti nel murales qui sotto in foto. Una testa di donna sormontata da fiori di ogni dimensione con sfumature color rosso, arancione, blu, giallo e rosa.

La strada dopo ci ha condotti verso il monumento dedicato ad Ayrton Senna, il pilota brasiliano di Formula 1 deceduto alla Curva del Tamburello nel 1994 durante il Gran Premio di San Marino che si stava svolgendo, appunto, sulla pista di Imola il 1° maggio.
Di foto del monumento a lui dedicato ne trovate moltissime online.
È meraviglioso, vi consiglio di visitarlo. È commovente.

Ayrton Senna era già un pilota molto amato e destinato a diventare leggenda dopo la sua prematura morte.
Questi colori del murales che lo precede di qualche metro, però, mi hanno colpito.

Mi hanno fatto riflettere su quanto siamo curiosi verso la storia di chi non c’è più al punto che un modo diverso per onorare le persone che hanno lasciato un segno in questo mondo (è il caso di Senna) sarebbe proprio imparare a notare quanto di bello hanno tutt’intorno. Ancora oggi, nonostante queste persone non ci siano più.

Il monumento è divenuto luogo di pellegrinaggio per tifosi, appassionati e per chiunque passi di lì.
Gli ho scattato molte foto ed è bello ricordare quei momenti con delle immagini.
Ci sono due elementi che mi hanno colpito in modo particolare. Il primo è che tra i fiori portati lì dai fan e le bandiere e i messaggi lasciati, c’era anche la tanica d’acqua posata proprio sotto il tavolino dei fiori. Sulla tanica c’era scritto con il pennarello “Acqua per fiori Ayrton, grazie”.
Il secondo elemento che mi ha colpito è stato il messaggio nella foto qui sotto, che riprende una citazione di Senna: “La mia natura è andare dritto all’obiettivo”.

La statua di Senna è in bronzo ed è alta due metri. È opera dell’artista Stefano Pierotti di Pietrasanta, per la maggior parte finita presso la fonderia d’arte Del Chiaro, ed è stata inaugurata il 26 aprile 1997.
Sul monumento è incisa una citazione di Ayrton Senna che fa riflettere:
“Credo di essere molto lontano da una maniera di vivere che mi piacerebbe”.

E poi tutt’intorno, tra gli alberi, ci sono le cicale. Che coprono gli altri suoni come fossero un velo.
Le cicale che assordano e azzerano i pensieri.
Le cicale dalle note veloci che si rincorrono in una sinfonia, che si danno il LA l’un l’altra per dare il via alla danza sonora.

Il più delle volte, quando le sentiamo per lungo tempo, vorremmo che si fermassero e ci facessero ritrovare il sollievo del silenzio. Vorremmo non ascoltare più quella sinfonia che si trasforma in fretta in un fastidioso rumore. Potremmo bloccarle di colpo con un tonfo brusco, forse. Ma loro tanto poi riprenderebbero il canto subito dopo.

Il canto delle cicale sembra un tappeto di foglie che riveste la mente, che riveste il presente e ingombra la scena.
Le cicale sembrano occupare tutto lo spazio che resta per pensare, tutto lo spazio che abbiamo per muoverci.

“Credo di essere molto lontano da una maniera di vivere che mi piacerebbe” ha detto una volta Ayrton Senna.
E credo che la sua frase possa farci pensare alla nostra stessa vita
, a come la stiamo vivendo, se ci piace, a come vorremmo cambiarla, a ciò a cui dovremmo fare più spesso caso, a quello a cui dovremmo attribuire maggior valore e a cosa dovremmo dar meno peso.

Il canto delle cicale mi ha frastornato, ma vi invito ad ascoltarlo nel video qui sotto. Perché è un sottofondo perfetto per questo angolo di mondo così meraviglioso. Sembra che le cicale dicano “state zitti voi, e osservate senza parlare, senza pensare!”

Il monumento e il canto delle cicale

Laura Ressa

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Copertina: foto scattata al murales situato fra l’autodromo di Imola e il Parco delle Acque Minerali attiguo

Scritto da:

Laura Ressa

Classe 1986 🌻 Digital Marketing Specialist & Web Writer 🌻 Frasivolanti