Forse solo ora capisco perché mia nonna abbia attraversato indenne la vita e tuttora ne sia ancora padrona.
Si tratta di un’illuminazione che, come le migliori, mi ha colta in bagno mentre espletavo i miei bisogni primari.

Oltre ad avvertirmi sulla scarsa utilità dei medicinali e a darmi altri consigli utili tipo fai le corna quando ti dicono che stai bene, mia nonna aveva un modo di approcciarsi alle persone privo di filtri perbenisti.
Dava voce ai pensieri e difficilmente teneva per sé un commento, anche negativo, ma lo faceva senza grandi discorsi e senza preamboli.

Il suo rapporto con le persone era quanto di più naturale esistesse dopo l’istinto del bambino di succhiare il latte dal seno.

La maggior parte dei filtri che abbiamo con le persone non servono e procurano gastriti.

Lei (mia nonna) gastriti non ne ha, il suo modus vivendi è sempre stato colorito ma è ciò che l’ha aiutata a stabilire ruoli e confini netti.

Abbiamo cercato per secoli di non essere come gli animali, di essere raffinati e calibrare le parole, di basare i nostri rapporti sulle apparenze, di crederci un esempio di virtù e buoni sentimenti.
Qualcuno forse ci è pure riuscito, per sbaglio, salvo poi dimenticare lungo la strada una buona dose di umanità.

Dagli animali avremmo potuto trarre almeno gli aspetti migliori e invece spesso falliamo, negli scopi e nella sostanza.

A ben poco serve indossare la maschera del buonismo per farsi accettare da tutti.

Ostentare il garbo solo nella forma non aiuta se non si riesce a farsi rispettare nella sostanza.

Potrei decidere di ringraziare qui mia nonna, rivolgendomi a lei pubblicamente e in seconda persona, come va di moda con figli, parenti e avi che non sono più fra noi e che non possono leggere i nostri messaggi via web.
Non lo farò. E credo che lei sarebbe d’accordo.

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Photo by Tiago Muraro on Unsplash

Scritto da:

Laura Ressa

Classe 1986 🌻 Digital Marketing Specialist & Web Writer 🌻 Frasivolanti