
I Beatles sono il primo battito cardiaco accelerato a ritmo di musica, il primo approccio con una lingua straniera, la prima pelle d’oca, le prime parole canticchiate a memoria, la prima puntina che vedi posare su un vinile e saltarci su in alcuni punti per usura del disco, la prima percezione di quanto sia grande il globo terrestre e di quanti siamo a starci dentro.
Quando sei bambina pensi che queste siano cose da grandi.
Quando però cresci, il battito accelerato resta ogni volta che senti la prima nota di ogni loro canzone e ricordi già quale sarà la nota che verrà dopo, e le successive alla seconda.
I Beatles non sono il lontano ricordo di un periodo felice che non tornerà più.
Non sono il vessillo di un’unica generazione di nostalgici, e neanche una ragione buona per rimpiangere il passato o lamentarci della musica che si ascolta ora in radio.
Sono invece la certezza che si possa raggiungere una perfezione destinata a essere patrimonio perenne di ogni epoca.
Una perfezione in grado di superare i limiti di spazio e tempo che ci imponiamo.
Laura Ressa
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