Silvia Zanella “si occupa e scrive di futuro del lavoro, come manager, public speaker, autrice, giornalista professionista. Ha una esperienza di oltre 15 anni in multinazionali operanti nei servizi come Direttore Marketing, Comunicazione e Digital HR. Attualmente è Culture and Experience Leader per EY Europe West e Head of Employee Experience di EY Italia. Nel 2021 è stata nominata LinkedIn Top Voice Lavoro.” (dal sito silviazanella.com)

Ho posto a Silvia alcune domande proprio sul mondo del lavoro, sulle competenze da sviluppare per il futuro, sull’influenza che il lavoro esercita nella nostra vita.
Non perdetevi le sue risposte qui di seguito.


1) Qual è la competenza più difficile da sviluppare a tuo parere?

“Secondo me la competenza più difficile da sviluppare è il cambiamento, la propensione al cambiamento, la flessibilità, la duttilità. Sono cose che si possono imparare e affinare. Diversamente da un tempo, adesso queste sono tutte competenze che ci vengono richieste in maniera dirompente quindi non è semplice svilupparle perché si tratta di essere altro da noi. Credo però che il cambiamento sia l’attitudine più importante perché ormai cambia tutto a una tale velocità che incunearsi in dinamiche professionali classiche non aiuta né nel lavoro né per star bene con noi stessi.”


2) Secondo te in che modo il lavoro influenza (positivamente o negativamente) la sfera privata di una persona?

“L’influenza nella vita c’è. A fare la grande differenza è il senso che troviamo nel lavoro, la soddisfazione, la realizzazione, o viceversa il soddisfacimento del bisogno economico. Quest’ultima dinamica nel lungo periodo diventa faticosa da sostenere se è l’unica a muoverci. Il lavoro dà senso di appartenenza, di identità, a volte anche troppo. Però non ci dobbiamo immaginare tanto come il professore, la marketing manager, il cameriere quanto come persone che in momenti diversi fanno cose diverse e che hanno simultaneamente vari ruoli. Una visione più a tutto tondo a mio avviso non fa male a nessuno.”


3) Il tuo intento nel tuo ultimo libro “Il futuro del lavoro è femmina” non è stato quello di creare una dicotomia tra generi ma quello di sviscerare alcune competenze che, per senso comune, sono percepite come appartenenti al mondo femminile, anche se non sempre è così.
Se dovessi fare un unico esempio per spiegare questo messaggio, quale ti sembrerebbe il più efficace?

“Avevo un intento provocatorio e deliberatamente forte nel definire il futuro del lavoro come femmina. Non era assolutamente mio intento mettermi a scatenare guerre fra generi, ma volevo trovare una parola che riassumesse una certa discontinuità e che fosse un elemento di rottura. E mi sono resa conto che la parola femmina può creare tante resistenze. Quindi credo che sia un buon allenamento immaginarsi più femminili, ma anche più maschili: lo vedo come un esercizio che secondo me va nella direzione del mettersi nei panni dell’altro, del provare empatia, e questo non può che far bene al lavoro di team e anche in lavori a più alta densità cognitiva.
Il tema non è tanto la dicotomia donna/uomo quanto lo sviluppo di un approccio alle competenze e ai modi di lavorare che sia diverso da quello adottato finora, semplicemente perché non più adatto né efficace. Credo che la comprensione del mondo del lavoro con occhi femminili aiuti in tale direzione ed è per questo motivo che propongo questo tipo di prospettiva.”

Silvia Zanella


4) Cosa speri per i giovani e per la loro partecipazione attiva in campo professionale e sociale?

“Spero che i giovani utilizzino tutti gli strumenti a loro disposizione. Ne hanno molti e sarebbe un vero peccato se non lo facessero e se non partecipassero alla vita pubblica e professionale nella maniera più consapevole possibile.”


5) Cosa dovrebbe cambiare nel modo di intendere il lavoro a fronte degli stravolgimenti a cui abbiamo assistito negli ultimi anni?

“Il tema è molto complesso. Credo che la pandemia ci abbia aiutato a riflettere su un diverso modo di far interagire la dimensione professionale, privata e pubblica di ciascuno di noi. Credo che un passaggio dal puro job title alla comprensione più a tutto tondo della persona sia la giusta direzione.”

Grazie mille a Silvia Zanella! Grazie per il tempo che mi ha concesso e per le riflessioni utili che scaturiscono dalle sue risposte e che sarà interessante ritrovare nel nostro modo di vivere e intendere il lavoro.

Laura Ressa

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Copertina: Foto di Silvia Zanella
Le foto contenute nel testo sono tratte dal media kit online di Silvia Zanella

Scritto da:

Laura Ressa

Classe 1986 🌻 Digital Marketing Specialist & Web Writer 🌻 Frasivolanti