
Le promesse vanno mantenute.
Al termine della Notte del Lavoro Narrato 2023 ho promesso di tornare a parlare di salute mentale. Complici anche i messaggi di persone che mi spingevano a farlo e le testimonianze di chi mi ha spronato a continuare questo viaggio appassionato in quel luogo affascinante chiamato mente.
Quindi rieccomi per mantenere la promessa fatta.
Riprendo il viaggio con un’intervista telefonica a Marco Rovelli, che divulgo in formato podcast.
Di seguito alcuni cenni per raccontarvi la storia e la bibliografia di Marco.
Marco Rovelli è cantautore, narratore, saggista. Come scrittore ha pubblicato i reportage narrativi Lager italiani (BUR 2006), Lavorare uccide (BUR 2008), Servi (Feltrinelli 2009); Il contro in testa (Laterza 2012), La meravigliosa vita di Jovica Jovic (con Moni Ovadia, Feltrinelli 2013); vari romanzi tra cui La guerriera dagli occhi verdi (Giunti 2016), Il tempo delle ciliegie (Eleuthera 2018), La parte del fuoco (TerraRossa 2020) e alcune raccolte di poesie. Per minimum fax ha già pubblicato Siamo noi a far ricca la terra. Romanzo di Claudio Lolli e dei suoi mondi (2021). È stato cantante e autore nel gruppo Les Anarchistes prima di intraprendere un percorso solista, con gli album libertAria (2009), Tutto inizia sempre (2015), Bella una serpe con le spoglie d’oro (2018) e Portami al confine (2020).
Nel 2023 ha pubblicato il libro “Soffro dunque siamo – Il disagio psichico nella società degli individui”, risultato di un lungo lavoro di ricerca e raccolta di fonti.
Il podcast dell’intervista è su Spreaker e su Spotify, vi fornisco entrambi i link: scegliete voi quale delle due piattaforme preferite.
Ci siete? Bene. Indossate le cuffie, se volete, e alzate il volume. State per immergervi nel mondo e nel pensiero di Marco Rovelli!
Buon ascolto!
Il podcast dell’intervista (Spreaker)
Questa intervista lascia in me strascichi potenti. E penso che li lascerà ancora per lungo tempo. Dopo averla vissuta e riascoltata, sembra quasi di dover riemergere da un lasso di tempo passato in mancanza di ossigeno ma in piena esplorazione degli abissi della mente e della nostra società.
Quegli strascichi che sento farsi strada in me sembrano sintomi di un benevolo malanno. So che vi sembrerà un ossimoro ma si tratta di qualcosa con cui fa bene scontrarsi e infrangersi, anche quando questo infrangersi causa una presa di coscienza cruciale sul mondo. L’effetto è quello di un balsamo curante, di una mano che sorregge lungo quel viaggio in assenza di ossigeno.
Questo è ciò che Marco Rovelli mi ha regalato: un’immersione. E spero vogliate immergervi anche voi insieme a noi, tuffandovi in questi minuti di ascolto dopo i quali – ne sono abbastanza sicura – ne vorrete ascoltare ancora.
Dalla differenza tra i concetti di individuo e con-dividuo, passando per il segno che la società imprime sui singoli, arrivando a toccare il tema della performance e dei farmaci, in questa intervista Marco Rovelli e io abbiamo cercato di mettere tutto quello che abbiamo. Certamente non c’è proprio tutto tutto e nel tempo di un podcast del resto sarebbe impossibile farci stare veramente tutto quello che siamo e pensiamo. Ma spero che il risultato vi lasci la stessa profondità che Marco ha lasciato in me. Lo stesso senso di affetto verso noi stessi e di coscienza del fatto che siamo comunità e che ognuno dovrebbe farsi carico dello stato di salute collettivo e personale.
Navigando tra le pagine del suo ultimo libro intitolato “Soffro dunque siamo” abbiamo unito le fila del discorso su salute mentale e disagio psichico, temi oggi dominanti nel nostro tessuto sociale. Argomenti che riguardano tutti, perché nessuno è esente e nessuno è immune dalla sofferenza, dal dolore, dalla malattia e dal percorso di cura.
Ma nel concetto di cura è importante che ci sia e che continui ad esserci anche l’idea che viviamo e siamo nel mondo insieme a tutti gli altri. E con gli altri possiamo provare, se non a guarire del tutto, almeno a vivere una vita degna liberandoci un po’ anche dalle regole di apparenza imposte da una società che vuole categorizzarci in vincenti o perdenti, a seconda dei casi. E del resto la società siamo tutti noi, dunque è dai noi stessi che deve partire la comprensione e il delicato processo di consapevolezza di chi siamo in relazione al proprio sé e agli altri.
Marco è una persona con un mondo interiore sconfinato, lo si capisce da quel che scrive e da come lo scrive. Un onore per me potermi confrontare con lui: lo ringrazio ancora tantissimo per il tempo che mi ha regalato e per le visioni che ci lascia e che continua a donarci attraverso la sua musica e la scrittura. Sono parole e segni preziosi che dobbiamo imparare a cogliere e a preservare.
Ora vi lascio riflettere su questa immersione con Marco Rovelli e spero di ascoltare o leggere i vostri pareri in merito.
Se vi va, dunque, scrivetemi o fatemi sapere cosa ne pensate.
Laura Ressa
Copertina: Immagine creata con Canva in occasione dell’intervista