violenza universale

La violenza è violenza SEMPRE, a prescindere dal soggetto su cui essa viene riversata. Non esistono violenze di serie A e violenze di serie B o C. Dunque mi sorprende osservare e constatare che anche chi si reputa intelligente esprima spesso pareri raffazzonati sui fatti di cronaca senza guardare i numeri, senza osservare le statistiche e senza attingere ai dati, che sono tutto quello che abbiamo per provare a ragionare da persone serie e non con aria da fan club.

So che esprimere questo pensiero non mi farà collezionare molti like e dunque riceverò ben poche scariche di dopamina, ché poi la dopamina è quello che tutti cerchiamo qua sopra (chi molto di più e chi meno: vedi immagine di copertina). Tuttavia penso sia interessante portare qui, senza aggiungere altro al mio pensiero, alcuni dati interessanti. Ve li riporto, virgolettati, anche da un paio di articoli de Il Post (che so piacere assai e mi sembra essere abbastanza social-approved) che mi suonano interessanti e utili per costruire, ognuno come vorrà e potrà, un ragionamento logico sul tema omicidi e violenza UNIVERSALE.


Sapete quanti omicidi ci sono in un anno nel mondo?

“Secondo le analisi dell’UNODC, nel 2017 ci sono stati 464mila omicidi, il numero più alto negli ultimi 25 anni (nel 1992 gli omicidi erano stati 395.542). Sempre nel 2017 le persone morte nei conflitti armati sono state 89mila, mentre le morti dovute a atti di terrorismo sono state 26mila. Lo studio mostra anche come però, contemporaneamente alla crescita del numero di omicidi avvenuti nel mondo, ci sia stata anche una diminuzione della percentuale di rischio di essere vittime di omicidio. Questo si deve principalmente all’aumento della popolazione avvenuto negli ultimi anni: nel 1993 il numero di omicidi per 100mila persone era di 7,4, mentre nel 2017 questo dato è sceso a 6,1. […]

Il rapporto segnala come ci siano molte differenze nel tasso di omicidi a seconda della zona presa in analisi. In generale il continente americano registra il tasso maggiore di omicidi (17,2 per 100mila abitanti), seguito dall’Africa (13). Asia, Europa e Oceania si assestano invece sotto la media globale (rispettivamente con 2,3, 3 e 2,8 omicidi per 100mila abitanti). […]

A differenza che in America, in Europa il tasso di omicidi è invece in diminuzione: nel 2017 è stato di 3 omicidi per 100mila abitanti, il 63 per cento in meno del 2002. Negli stati dell’Europa del sud il tasso di omicidi è diminuito ancora di più, del 69 per cento, passando dal 2,3 del 1990 allo 0,8 del 2017 (in Italia è stato circa un quarto di quello del 1990). […]

Il rapporto nota come nel mondo l’81 per cento degli omicidi abbia riguardato uomini, con notevoli picchi in determinate zone, come in alcune regioni nelle Americhe. I maschi sono però anche quelli maggiormente accusati di omicidio: nel 2016, delle 133.500 persone che sono state accusate di omicidio in 49 paesi, solo il 10 per cento erano donne. Anche per quanto riguarda le condanne il numero rimane simile: dai dati disponibili relativi a 74 paesi, tra il 2010 e il 2017 le donne condannate per omicidio sono state il 6 per cento del totale (9 per cento in Europa, 5 per cento in Africa, 7 per cento in America e 6 per cento in Asia). […]” (Il Post)

L’Italia è tra i paesi europei col più basso tasso di omicidi

“Nel confronto con gli altri paesi europei l’Italia è una di quelli con il minor numero di omicidi. Prendendo in esame il numero di omicidi ogni 100mila abitanti, in Italia il tasso è dello 0,6, in Germania dello 0,9, nel Regno Unito dell’1,2 e in Francia dell’1,4. La situazione è migliore solo in Svizzera e Norvegia. Per quanto riguarda le città, a Milano e Roma il tasso è uguale a quello della media nazionale ed è maggiore, in Europa, solo a quelli di Madrid e Porto. In termini di dati assoluti, a Roma quest’anno ci sono stati 26 omicidi e a Milano 19. A Bruxelles sono stati 179 (la popolazione è di 1,2 milioni contro i 4,2 di Roma) e a Parigi 100. […]

Gli omicidi, rispetto al 2021, sono leggermente aumentati. Dal 1° gennaio fino al 28 dicembre del 2022 sono stati 309, mentre erano stati 298 nel 2021. Rispetto a 30 anni fa il calo è molto significativo: nel 1990 gli omicidi in Italia furono 3012, e anche rispetto a 15 anni fa c’è stata una significativa diminuzione: nel 2007 ci furono 632 omicidi. Delle 309 persone assassinate, le donne sono 122: di queste, 100 sono state uccise in ambito familiare o affettivo, in particolare 59 dal partner o da un ex partner. […]” (Il Post)

L’Onu ha pubblicato il suo report sugli omicidi globali

“La criminalità organizzata uccide più del terrorismo e delle guerre, il tasso di omicidi è aumentato negli Stati Uniti e diminuito in Europa, le donne vengono uccise soprattutto dai compagni, ma a essere assassinati sono soprattutto gli uomini. Sono questi alcuni dei risultati dell’ultimo rapporto dell’Unodc, l’ufficio delle Nazioni Unite che si occupa del controllo delle droga e della prevenzione del crimine. […]

In base a quanto si legge nel rapporto, la maggior parte delle vittime e dei killer sono uomini. Nel 2017, erano rispettivamente l’81 e il 90% del totale. […]

Il rapporto si sofferma poi su una categoria particolarmente a rischio: quella dei giornalisti. Secondo l’Unodc, più passano gli anni, più ne vengono uccisi: nel 2008 le vittime erano 46, nel 2012 sono state 124. La maggior parte dei giornalisti uccisi, si legge, lavorava per testate locali e in aree di conflitto. Nel 2017, però, ci sono stati 80 omicidi in paesi dove non c’era una guerra in corso. […]” (Wired Italia)

Infine ci sono i dati interessanti pubblicati su True Numbers:

Statistiche sugli omicidi nel mondo, El Salvador in testa

“[…] Meglio del nostro Paese in Europa troviamo la Norvegia e la Slovenia, mentre altri nostri vicini più grandi come Francia e Germania registrano un tasso di omicidi più alto. In particolare nel caso della Francia questi sono più del doppio che nel nostro Paese, 1,20 ogni 100 mila abitanti. Ma sempre meno che negli Usa, con 4,96, che rimangono tra i Paesi più pericolosi tra quelli occidentali e ad alto reddito. […]”


Non vi tedio oltre, anche perché non so quanti arriveranno a questo punto dopo aver letto tutto.

Ma la riflessione più spicciola e immediata che mi viene è che per ricevere in cambio una manciata di like o un certo numero di seguaci poco avvezzi alla consultazione dei dati, solitamente basta scrivere le prime cose che ci passano per la mente o, banalmente, quello che scrivono tutti.

La regola rimane la stessa, però bisogna tener presente che spesso e volentieri questo luogo (e i social in generale) è completamente avulso e distante dalla realtà dei fatti e dalla realtà delle vite.

Farsi una passeggiata alla ricerca di dati e statistiche, oltre che alla ricerca di funghi, non fa mai male. Soprattutto, non esistono violenze che valgano più di altre o di cui si debba parlare più di altre. La violenza è universale e va sempre condannata e denunciata. A meno che parlare ossessivamente di certi tipi di violenze ben etichettate nella piazza di Internet non ci serva per altri scopi, per così dire social performativi, che nulla hanno a che vedere con la giustizia.

Laura Ressa

Per approfondire ulteriormente: Linguaggio dei media e violenza di genere

Copertina: immagine tratta da Unsplash

Scritto da:

Laura Ressa

Classe 1986 🌻 Digital Marketing Specialist & Web Writer 🌻 Frasivolanti