salute mentale antonio esposito

Il 31 ottobre 2023, alle 19.00 in diretta streaming, sono tornata ad affrontare il tema della salute mentale ascoltando altre esperienze e punti di vista su un argomento così cruciale per la nostra società. Protagonista della chiacchierata: Antonio Esposito.

Antonio Esposito, ph.d, saggista e ricercatore indipendente, ha lavorato presso università ed enti di ricerca sulle tematiche inerenti l’esclusione sociale, la storia della psichiatria e il razzismo; è inoltre esperto di beni confiscati e legalità. Tra le pubblicazioni inerenti alla questione psichiatrica si segnalano: la curatela, con Dario Stefano Dell’Aquila e Roberta Moscarelli della nuova edizione del libro di Sergio Piro, Esclusione, Sofferenza, Guerra. Tesi provvisorie sulla guerra, sull’esclusione sociale, sulla privazione dei diritti, sulla sofferenza oscura [Sensibili alle Foglie, 2023]; la monografia Le scarpe dei matti. Pratiche discorsive, normative e dispositivi psichiatrici in Italia (1904-2019) [ad est dell’equatore 2019], le curatele con Elena Cennini, del numero monografico di Cartografie sociali Cosa resta del manicomio? Riflessioni sul fascino indiscreto dell’internamento [Mimesis 2020],e del testo collettaneo Come camaleonti davanti allo specchio. La vita negli spazi fuori luogo (2013). Con Dario Stefano Dell’Aquila è autore di Storia di Antonia. Viaggio al termine di un manicomio [Edizioni Sensibili alle foglie, 2017] e di Cronache da un manicomio criminale [Edizioni dell’Asino, 2013]. Insieme hanno anche curato il volume di Assunta Signorelli, Praticare la differenza. Donne, psichiatria e potere (Ediesse 2015). È autore del capitolo dedicato alla salute mentale delle ultime tre edizioni del Rapporto sullo stato dei diritti in Italia curato da V. Calderone e A. Condello per A Buon Diritto Onlus.

Insieme ad Antonio abbiamo costruito un dialogo attorno alla salute mentale con particolare riferimento ai temi esclusione sociale, scienza e razzismo, facendo tesoro dell’esperienza umana e professionale di Antonio.

Come sempre, lo spazio per le domande resta aperto. Qui di seguito l’intervista, ci vediamo più giù per alcune considerazioni finali.

L’intervista video (link)

Il podcast (Spreaker)


Grazie ad Antonio Esposito per il tempo e per la bellezza del suo racconto. Provo una sensazione di profonda gratitudine per quello che ho ascoltato dalle sue parole, e sono sempre più convinta che fare comunità, dialogare, ritrovarsi ad ascoltarsi reciprocamente, non avere paura del disagio e della complessità siano le strade per restituire dignità alle persone a cui questa dignità è stata sottratta.
Riprendiamo a parlarci, a confrontarci, a prestare attenzione anche ai punti di vista diversi dai nostri, perché solo con la dialettica e con il confronto genuino possiamo provare a risollevare le sorti di un mondo che sempre più ricade negli stessi orrori.
Grazie davvero, Antonio!

Vorrei chiudere così come ho cominciato, con le parole di Antonio Esposito. Parole che non possono lasciarci indifferenti e sulle quali riflettere per continuare a costruire dialogo e confronto.

«Oggi si ha sicuramente una disperata medicalizzazione della sofferenza psichica, si interviene quasi esclusivamente per placare il sintomo. I servizi territoriali sono, di fronte allo smantellamento complessivo del welfare, in uno stato drammatico: quindi spesso le persone che hanno una sofferenza psichica vivono nell’abbandono delle loro case; spesso si creano piccoli manicomi domestici, nel senso che c’è un abbandono totale e un isolamento, e le famiglie sono costrette a vivere quasi da sole questa situazione. E oltre a questo il problema è il dopo, cioè: dopo questo primo intervento, in che modo c’è la cura della persona con sofferenza psichica? In che modo la si aiuta a reinserirsi nella società? […]Oggi purtroppo ci sono nuove forme di stigmatizzazione, ancora molto violente, ancora molto pregnanti, che ancora isolano le persone con sofferenza, che ancora portano un marchio di vergogna sulla sofferenza psichica. Eppure stiamo parlando di una realtà che coinvolge ogni anno in Italia oltre 850.000 persone. Oggi sicuramente le sofferenze psichiche coinvolgono moltissimo i giovani, i ragazzi. Ci sono nuove fasce di esclusione che sono soprattutto quelle dei migranti, dei più poveri, che sono anche quelle a maggior rischio di sofferenza psichica. […] Chiaramente anche in questo lavoro c’è tutto il tema della contenzione fisica. È una pratica di contenzione che è utilizzata in quasi tutti gli SPDC in Italia. In oltre l’80% dei reparti psichiatrici degli ospedali pubblici italiani le persone sono legate ai letti: una pratica disumana e degradante».
(Fonte: “Le scarpe dei matti”, in un libro la storia del disagio psichiatrico)

Laura Ressa

Copertina: locandina creata con Canva in occasione dell’intervista

Scritto da:

Laura Ressa

Classe 1986 🌻 Digital Marketing Specialist & Web Writer 🌻 Frasivolanti