Quando si comincia a mangiare, e sulla tavola ci sono tante posate tra le quali scegliere, il galateo impone di procede dall’esterno verso l’interno.
Su LinkedIn si dovrebbe procedere invece dall’interno verso l’esterno. Dovrei chiedermi: Cosa ho da dire? Come posso dirlo al meglio? Come posso lavorare su di me per avere un confronto ricco con le persone?
Riflettere sul modo di vivere la rete non significa filtrare i pensieri o fingere ma adoperare una grande dote: la capacità di scegliere.
LinkedIn non centra nulla con la posizione di forchette, cucchiai e coltelli. Non riguarda nemmeno le norme di bon ton al ristorante e non ci serve per decidere se va bene pagare alla romana.
Allora perché parlare di galateo per definire il nostro modo di comportarci sul social network dei contatti professionali?

Giada Susca e Valentina Marini sono le fondatrici di #GalateoLinkedIn, il progetto nato per comprendere e promuovere le buone pratiche su LinkedIn, e in questa intervista mi hanno aperto una finestra su se stesse.


1) Vi sarà capitato di dovervi presentare a un recruiter come fareste in ascensore (elevator pitch).
Cucendovela sulla pelle, come definite la vostra professione e cosa significa lavorare per le persone?

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HR Consultant – Founder #GalateoLinkedIn

Valentina:
Facciamo un gioco. Io e Giada passiamo così tanto tempo insieme che le nostre teste producono pensieri sempre più simili. Proviamo a risponderti distaccate e mettiamo a confronto le risposte. Partiamo.

Il mio lavoro ruota a 360 gradi nel fantastico mondo delle Risorse Umane. Ciò che più mi stimola è facilitare la costruzione di carriere, di progetti personali e professionali di successo, convinta del fatto che ognuno di noi è artefice del proprio destino: dipende da noi.
Per me è un lavoro entusiasmante perché fatto di Persone ma allo stesso tempo complesso per la stessa ragione: il coinvolgimento umano.

Giada:
Posso accontentarti! Umane risorse, people first, formazione continua. Questa è la descrizione in 6 parole della mia professione.
Se dovessi invece utilizzare il metodo dell’elevator pitch, ti direi che considero le persone la vera risorsa strategica delle aziende e la loro valorizzazione rappresenta il primo fattore di sviluppo e competitività. Per questo motivo vivo la mia professione con estrema responsabilità.

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HR Consultant – Founder #GalateoLinkedIn

Ho scelto di lavorare con, per e insieme alle persone cercando di riprodurre nelle organizzazioni per le quali lavoro il concetto di umane risorse come un’orchestra, pensando alle persone come coloro che permettono all’orchestra di suonare con diverse competenze e diversi ruoli, ma nel rispetto dell’armonia necessaria a creare un bel suono. Impresa raggiungibile solo lavorando insieme e con un obiettivo comune.

2) Cosa rappresenta per voi #GalateoLinkedIn?

Valentina:
Un’idea nata quasi per caso ma frutto di anni di studio. Una scommessa, un puzzle in continua costruzione, la perdita del sonno, la gioia, il sacrificio e la creatività.
La dimostrazione che credendo tanto in un’idea si può costruire qualcosa di utile. La constatazione che tante risorse sono importanti ma non fondamentali. Ciò di cui non si può fare a meno sono perseveranza e voglia di investire.

Giada:
#GalateoLinkedIn rappresenta per me una sfida sotto diversi punti di vista.
In primis perché ha ribaltato la logica secondo cui le regole vadano calate dall’alto e non si ha la possibilità di discuterle. Coinvolgendo la rete senza salire in cattedra, né dettando le regole di un corretto utilizzo della piattaforma, abbiamo dato voce a professionisti e aziende e creato una community diversificata.
Questo ci ha permesso di arricchirci e portare valore aggiunto alla rete.
In secondo luogo, mi ha fatto sperimentare il concetto di passione. Questo è un progetto no business – no brand, portato avanti a titolo gratuito e volontario, on top alle attività che svolgo come professionista HR.
Ciò ha significato notti insonni, giornate di 24 ore vissute in ogni singolo minuto e rinunce alla vita privata. Ho capito che solo una grande passione mi ha permesso di non mollare anche quando stanchezza e difficoltà stavano per prendere il sopravvento.

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A Bologna il dibattito su #GalateoLinkedIn si è trasformato in Visual Story grazie a Monica Diari

3) Entusiasmo, Passione, Condivisione e Ambizione sono i punti saldi di #GalateoLinkedIn. Una rosa dei venti che indica 4 direzioni ma anche 4 linee guida che camminano insieme.
Cosa vuol dire racchiudere questi punti cardinali in un progetto per LinkedIn?

Valentina:
Questi sono gli elementi che desidero mi caratterizzino prima di tutto a livello personale. Io e Giada non riusciamo a farne a meno nella vita e nel lavoro.
Su tutto il resto si può lavorare, ma se mancano Entusiasmo, Passione, Condivisione e Ambizione si può fare poco. Il nostro elemento distintivo risiede davvero in queste parole, spesso abusate ma poco agite.

Giada:
Lo sai che hai descritto perfettamente quello che mi ha guidata in questi mesi? Entusiasmo, passione, condivisione e ambizione rappresentano i pilastri della mia vita professionale.
LinkedIn non è un mondo staccato da quello che vivo quando sono offline. Da sempre, sin da quando mi sono iscritta alla piattaforma per utilizzarla fornendo contributi personali frutto di studi, ricerche, riflessioni, ho ribaltato questi punti saldi anche sul social, prendendomene cura e occupandomi della sua manutenzione.

4) Dal virtuale al reale: vi è capitato di trasformare in rapporto di lavoro un confronto avvenuto su internet?

Valentina:
Noi ci siamo proprio conosciute sul web!
Tutto è partito da una richiesta personalizzata su LinkedIn. Qualche messaggio, molte condivisioni di post. Poi l’incontro di persona. Ancora molti scambi virtuali, fino ad arrivare ad essere insieme in questo progetto reale.

Giada:
Io e Valentina siamo il risultato di un confronto avvenuto via web che ci ha portate a lavorare insieme.
L’ho aggiunta su LinkedIn perché avevo letto dei contenuti che pubblicava in linea con la mia professione. Con una richiesta personalizzata, esprimendole stima per i suoi contributi, le ho chiesto di entrare a far parte della mia rete. Dopo poco tempo abbiamo deciso di incontrarci: eravamo entrambe impegnate professionalmente in altri contesti e il nostro obiettivo non era la ricerca di lavoro.
Poi a febbraio la voglia di far nascere #GalateoLinkedIn e oggi collaboriamo insieme su diversi progetti.

5) I social hanno cambiato il modo di fare selezione del personale. Quali conseguenze ha portato questa inversione di marcia?

Valentina:
Il recruiting è l’attività in cui maggiormente si vede l’impatto dei social network. Candidati e recruiter hanno a disposizione una moltitudine di informazioni che vanno al di là delle tradizionali prove e dei colloqui conoscitivi.
Le aziende selezionano in meno tempo, con costi ridotti e sempre più spesso intercettano candidati passivi che non cercano lavoro attivamente, individuando informazioni personali per integrare la valutazione.
I candidati possono costruirsi opportunità riuscendo a contattare l’azienda dei sogni, sempre più a portata di mano grazie alla presenza sui social sia degli account aziendali sia dei profili dei dipendenti.

Giada:
Non parlerei di conseguenze. Mi piace definirle nuove competenze e nuove opportunità. Non è possibile pensare di poter vivere senza social network.
Partendo dall’assioma “non si può non comunicare”, oggi anche l’assenza dalle piattaforme comunica un messaggio. Se non sei presente, hai meno possibilità di intercettare occasioni di formazione, conoscenza, opportunità lavorative e non permetti ai recruiter di venirti a cercare prima ancora che tu abbia necessità di loro.
Questo non significa che bisogna esserci a tutti i costi o esserci senza consapevolezza perché un profilo mal gestito può creare problemi di reputazione.
Prima di abitare un social guarda, studia, osserva quello che fanno gli altri. Poi inizia a sperimentare ed entra nel meccanismo. In questo modo aiuterai anche i recruiter a raccogliere elementi utili a sostenere la tua candidatura e a valorizzare il tuo profilo in sede di colloquio.
Perché i recruiter non vogliono il tuo male! Sfatiamo questo mito.

6) Su LinkedIn vi è mai capitato di vedere persone che cercano di auto-promuoversi senza divulgare contenuti interessanti ma solo attraverso l’effetto marketta?

Valentina:
Mi è capitato di leggere esagerazioni promozionali da parte di professionisti. Sono la prima sostenitrice del Personal Branding ma trovo controproducente la pubblicità ostentata.
Ho visto professionisti confondere le idee degli utenti pur di vendere i loro corsi attraverso pubblicità equivoche non in linea con la piattaforma.
Ognuno è libero di fare ciò che vuole del proprio Personal Branding, del proprio profilo e del proprio lavoro ma anche io, leggendo, sono libera di farmi un’idea.

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Sara Seravalle di Visual Story Network ha raccontato in diretta l’evento zero di #GalateoLinkedIn

Giada:
Il mondo dei recruiter e degli utenti LinkedIn è fatto di persone e, come tale, rispecchia i comportamenti sociali che troviamo ovunque. Non condivido alcuni comportamenti markettari fuori luogo o contenuti off topic.
Il mio potere, fuori e dentro i social, sarà sempre e solo uno (e nessuno potrà mai togliermelo): quello della scelta.
Posso decidere di non seguire più contenuti fuori luogo, posso decidere di esprimere il mio pensiero e provare a confrontarmi, posso educare. In fondo, #GalateoLinkedIn nasce anche per questo.

7) Se doveste pensare a un comportamento web che non vi piace, quale menzionereste?

Valentina:
La condivisione di lamentele è un comportamento che ci è stato spesso indicato anche nel corso delle nostre indagini.
La lamentela, come la pubblicazione esplicita di ricerche di lavoro a partire dalla headline, è controproducente. Per raggiungere l’obiettivo è più utile condividere e raccontare valore, competenze ed esperienze.
Quale azienda potrebbe assumere persone negative al posto di persone positive e competenti?

Giada:
Non sopporto la voglia di litigare a tutti i costi in rete, la superficialità con cui si esprimono giudizi e si emettono sentenze senza approfondire aspetti fondamentali. Non sopporto il sentirsi sempre superiori e migliori degli altri trincerati dietro una tastiera che ti rende libero di offendere ed esprimere valutazioni impositive senza lasciare spazio al confronto.

8) Se doveste pensare a un comportamento web virtuoso, quale vi verrebbe in mente?

Valentina:
La condivisione di valore, che passa dalla pubblicazione di contenuti ragionati all’attivazione di una vera relazione con le persone con cui si interagisce.

Giada:
La restituzione del feedback. Soffro quando mi rendo conto che non si è in grado di saper spiegare i motivi di una scelta o non-scelta in fase di selezione. Questa attività è fondamentale e necessaria per la crescita delle persone, per coinvolgere e creare ingaggio.

9) Il linguaggio è la pietra su cui costruire una buona reputazione digitale e professionale. Da dove partireste per far comprendere l’importanza del linguaggio sui social network?

Valentina:
Il linguaggio è fondamentale: ce lo hanno spiegato bene Vera Gheno e Bruno Mastroianni.
Troppi sottovalutano l’impatto delle parole scritte e nei nostri interventi parliamo spesso dell’effetto Verba volant, screenshot manent. Una parola scritta d’istinto, non ben formulata, può compromettere seriamente un’intera carriera!
Allo stesso tempo, dietro una tastiera viene meno molta comunicazione non verbale e questo richiede un’attenzione diversa per far passare efficacemente i concetti.

Giada:
Mi piacerebbe che ognuno avesse bene impressa la parola consapevolezza.
Se hai consapevolezza delle parole che usi, consapevolezza dell’interlocutore con cui parli, consapevolezza degli impatti che i tuoi comportamenti possono scatenare, allora sei pronto per avere una reputazione digitale che in nessun modo ti potrà ledere dal punto di vista professionale.

10) Se doveste spiegare come usare LinkedIn a un nuovo iscritto che non ha dimestichezza con i social, quali punti chiave usereste per farvi comprendere al volo?

Valentina:
Linkedin è una grande piazza del lavoro virtuale. Non ti servono tante competenze tecniche ma consapevolezza del luogo che stai abitando.
Non dovresti fare nulla che non faresti in un contesto di lavoro e avere la stessa attenzione. Quindi, a partire dall’immagine e dalla biografia, dovresti presentarti come faresti a un colloquio o durante una riunione importante. Dovresti muoverti con le stesse accortezze: parlare di contenuti professionali, ascoltare con attenzione ciò che i professionisti del tuo settore raccontano, ricercare opportunità di crescita.

Giada:
Userei la mia metafora preferita: LinkedIn è una casa appena acquistata e da ristrutturare, piena di calcinacci, di polvere, di muri da buttar giù, di arredi da acquistare, di personalizzazioni da fare.
Questo è LinkedIn quando ti iscrivi. La cosa da fare dopo, quindi, non è invitare amici a visitare subito la casa. Fai i lavori di ristrutturazione e le pulizie, arredala, metti le tende e appendi i quadri, esprimi il tuo essere. Dopodiché apri la tua casa al mondo e scopri la bellezza di vederla abitata dalla rete che hai scelto.


Come si dice? Ripetevano le nostre mamme per educarci alle buone maniere. A quella domanda noi dovevamo rispondere Grazie quasi a comando.
Se mia madre oggi mi chiedesse Come si dice? risponderei Grazie Giada e Valentina!
In questo confronto sulle buone prassi mi avete riportato alla mente l’aggettivo denso, che si riferisce sia ai corpi le cui particelle sono molto vicine l’una all’altra sia alle persone che vanno al cuore degli argomenti per toccarli, modellarli insieme agli altri, renderli reali.

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Il 12 dicembre 2017 #GalateoLinkedIn darà alla luce il suo Manifesto, frutto di una comunità di persone che si sono messe in gioco per definire buone pratiche di comportamento su LinkedIn.
Le iscrizioni sono aperte, questo è il link.

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Sito: www.galateolinkedin.it
LinkedIn: www.linkedin.com/company/11068321
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Laura Ressa

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Le fonti delle foto inserite in questo articolo sono il sito ufficiale e la pagina Facebook di #GalateoLinkedIn 

Scritto da:

Laura Ressa

Classe 1986 🌻 Digital Marketing Specialist & Web Writer 🌻 Frasivolanti