Negli ultimi due anni ho organizzato tre presentazioni letterarie nella mia città, Bari.

Nessun accordo con case editrici, nessun costo da sostenere per i luoghi in cui le presentazioni si sarebbero tenute, nessun costo per ospitare gli autori nella mia città. Non di rado le persone mi hanno chiesto “come hai fatto?”

Non è questione di rincorsa al risparmio o di mancato compenso per i professionisti coinvolti: in fondo la presentazione è anche un’occasione di vendita per l’autore, la possibilità di portare in giro il proprio libro. Non avendo sponsor e non potendo io sostenere personalmente spese per eventi simili, ho pensato che provare a realizzare in autonomia e senza budget la presentazione di un libro fosse un modo etico per divulgare conoscenza.

Dunque alla frequente domanda che mi viene posta “Come hai fatto?” io ho sempre risposto “Basta chiedere”. Sì, perché potrà sembrare strano ma si possono organizzare incontri per il puro piacere di farlo anche se “non sei nessuno” o non aderisci a nessuna rete che organizza incontri a tema e presentazioni letterarie.

Lo puoi fare soprattutto senza sponsor e senza alcun altro fine se non la possibilità di condividere la bellezza di un libro, la bellezza del sapere e del confronto tra persone. Ho organizzato incontri del genere con questo fine e non ho messo “a sistema” il mio saper fare perché ho sempre pensato che iniziative del genere nascano da un’esigenza del momento: dall’esigenza cioè di fare qualcosa per il puro piacere di farlo, da un libro che mi colpisce, da ciò che di bello ha da raccontare l’autore del libro stesso. Dunque ci sono iniziative che nascono sulla base di un desiderio del momento e che non si possono pianificare da un anno prima o estendendo la tela organizzativa a partner, sponsor e altre costellazioni simili.

Nascendo dal piacere, quindi, certi incontri e certe iniziative non possono essere incasellate in un calendario rigido, in un serrato piano di incontri, in un lungo elenco di inviti e presentazioni. Esistono in realtà associazioni che lo fanno di frequente, ma parliamo in ogni caso di situazioni differenti: l’associazione di solito ha sostenitori o soci che versano una quota a fronte di alcuni servizi base o progetti condivisi. Realizzare qualcosa da soli parte invece da presupposti, principi, pratiche e obiettivi leggermente diversi.

Anche se non posso definirmi esperta del settore letterario/editoriale o non organizzi incontri letterari di mestiere, ho imparato moltissimo in questi anni su cosa serva per organizzare al meglio un incontro. Perché le cose non le impari solo ascoltando o assistendo, ma anche provandoci in prima persona con tutte le implicazioni che ne conseguono e con l’alto rischio di incontrare ostacoli sulla via.

Per i tre incontri che ho organizzato, ho scritto io i comunicati stampa da distribuire (spesso divulgati a firma “redazione” dai giornali a cui li avevo inviati), ho realizzato io la locandina, mi sono occupata io della ricerca del luogo in cui svolgere le presentazioni. Il tutto limitando i costi ai seguenti: acquisto del libro in questione per me e per alcune persone care, stampa delle locandine, acquisto di taralli e vino per ringraziare l’autore.

Mi fanno quindi molto riflettere le domande e le perplessità sul come si faccia ad organizzare iniziative del genere da soli, senza partner, senza soldi, senza sponsor. E più di una volta mi è sorto il dubbio che chi lo chiede forse parte dal presupposto che nulla si faccia per nulla. Ebbene non è così! Dalle tre presentazioni letterarie che ho organizzato in questi anni non ho ricavato denaro. Anzi, ho speso piccole somme: ma è stato bellissimo!

Forse aveva ragione mia nonna quando diceva “più hai e più vuoi”. Ho sempre avuto l’indispensabile e non me ne lamento ma, a scanso di falsa modestia, credo di essere stata sempre generosa di tasche e di anima. Da quegli incontri letterari – come dicevo – pur non ricavando denaro o contatti ho guadagnato di certo in competenze nuove. Ho scoperto quanto sia bello fare qualcosa che ti piace soltanto per il gusto di farla. L’aspetto curioso è che quando racconti le tue motivazioni, molte persone restano a bocca aperta oppure stentano a crederti dando per scontato che, in fondo in fondo, un tuo tornaconto in termini di denaro e “visibilità” devi pur averlo. Il più delle volte restano a bocca asciutta quando cerco di spiegare le mie ragioni e davvero non si spiegano come si possa impiegare tempo ed energie in una “semplice” passione.

Visto che me lo hanno chiesto più persone e dato che ogni volta, con dovizia di particolari, ho raccontato come ho fatto, ho deciso di raccontarlo in maniera strutturata. Spero possa essere uno spunto per tutte le persone che vorrebbero fare il passo ma si sentono frenate dal timore di un “no” dell’autore o dal pensiero che sarebbe tempo sprecato organizzare qualcosa che non porta guadagno per chi la organizza.

Attenzione però: non parlo di pagamenti in visibilità. Cercate, per quanto possibile, che sia un progetto tutto vostro quello che vi stimola a mettervi in gioco e non qualcosa di commissionato da altri che vorrebbero “sfruttare” – passatemi il termine – il vostro entusiasmo e le vostre competenze per ricavarne qualcosa.

Agire per passione. Incontri letterari: come si fa?

Procedo per ordine in questo racconto pratico sul come e perché organizzare presentazioni di libri autogestite o qualsiasi altro progetto che ci piace.

1) Se fai qualcosa che ti piace, ti deve piacere naturalmente anche il messaggio che lascerai nelle persone. Devi decidere quale messaggio lanci agli altri con il tuo agire, perché questo sarà il tuo biglietto da visita, la tua firma, il tuo sigillo su ogni cosa che farai. Può trattarsi di un libro, come nel mio caso, o di un progetto specifico oppure di qualcosa che avete letto o ascoltato in altre occasioni di incontro e che vorreste approfondire. Le possibilità per provare a organizzare qualcosa sono infinite. Diciamo che la presentazione di libri è l’opzione che mi è sorta spontanea perché è facile appassionarsi a un modo di scrivere e a un messaggio che troviamo in un libro.

In più la presentazione di un libro di certo è un’iniziativa che fa piacere all’autore del libro stesso perché sarà per lui/lei l’occasione per presentare la propria opera ed eventualmente venderne qualche copia.

2) Da dove si parte? Io sono partita leggendo i libri che ho presentato o appassionandomi all’argomento e leggendo il libro mentre organizzavo la presentazione. In realtà non c’è un punto di partenza uguale per tutti. Può piacervi quel che dice e racconta l’autore, può interessarvi il suo modo di pensare, può piacervi molto il suo libro.

Nella mia esperienza sono sempre partita dalla stima per la persona, per il libro o il contenuto. Dunque il primo passo è quello: restare piacevolmente colpiti da qualcuno o da qualcosa, senza andarselo troppo a cercare lo stupore perché tanto spesso arriva da sé anche senza andare a bussare. Basta essere curiosi.

3) Dopo aver trovato qualcuno o qualcosa che vi colpisce, CHIEDETE!

Non bisogna aver paura di chiedere, dobbiamo essere pronti a gestire un “no” con serenità e con la consapevolezza che non tutte le cose che pensiamo di poter fare sono in effetti realizzabili. Quando ho organizzato presentazioni di libri con gli autori, il passo successivo allo stupore è stato l’approccio alla persona. Mi sono messa in contatto con l’autore in questione inviandogli un messaggio: quasi qualsiasi strumento è lecito, fatta eccezione per la lettera scritta a mano che impiega più tempo per arrivare a destinazione. Io ho utilizzato email o messaggi via Facebook perché si trattava di persone con cui avevo già avuto un primo contatto o che erano già nel mio network online.

Ci si può tarare di volta in volta nel modo ottimale, a seconda della persona. Se conosciamo o abbiamo già letto qualcosa dell’autore o sull’autore, saremo di certo più avvantaggiati. Nell’approccio che utilizziamo per scrivere il messaggio è necessario chiarire da subito perché stiamo scrivendo, cosa ci ha colpito del libro o dell’autore, se abbiamo o no budget per realizzarlo o sostenere le spese di viaggio dell’autore, specificando cosa gestiremo in prima persona.

Io ho comunicato sin da subito agli autori l’intento del mio messaggio e della mia iniziativa, ho subito messo in chiaro che non avevo sponsor e che le spese di viaggio sarebbero state a carico loro ma che mi sarei occupata di trovare il luogo in cui svolgere la presentazione, scrivere il comunicato, realizzare la locandina, divulgare la notizia dell’incontro in quante più forme possibili.

4) Se la risposta alla vostra proposta è “sì”, procedete senza paura.

Fate un elenco dei passi da seguire e delle attività da gestire, se questo vi torna utile. Fissate la data e l’orario dell’incontro. Cominciate a pensare a un luogo in cui vi piacerebbe che si svolgesse, buttate giù il comunicato stampa e provate a immaginare una locandina.

Per le locandine chiedete sempre all’autore il permesso di utilizzare l’immagine di copertina del libro e una sua foto (magari a mezzobusto). Come strumento grafico io utilizzo Canva, un ottimo servizio online gratuito per realizzare locandine, brochure e altri elementi grafici fai da te (non me ne vogliano i grafici professionisti).

Il comunicato stampa deve entrare in una cartella di un documento Word. Inserite un titolo informativo e non troppo lungo, spiegate in modo semplice in cosa consisterà l’incontro, chiarite di cosa parla in termini generici il libro (potreste anche citarne un piccolo stralcio), aggiungete una breve descrizione dell’autore e di chi organizza e conduce la presentazione, indicate data, ora e luogo in cui si svolgerà, terminate con l’indicazione dei contatti utili (ad es. il vostro indirizzo email).

Rileggete per essere sicuri di aver inserito tutte le informazioni necessarie e girate il comunicato all’autore per la sua approvazione. Naturalmente si tratterà di un comunicato stampa casalingo, ma credetemi che ho letto comunicati pessimi scritti da chi fa comunicati di mestiere… dunque non abbiate paura di lanciarvi! Per scrivere correttamente basta conoscere bene l’italiano e fare molta pratica. Del resto il comunicato non è un esercizio di scrittura creativa e non è necessario struggersi troppo per realizzarlo in una forma accettabile e coerente. Una volta completato e corretto, inviate il comunicato stampa ad alcune testate giornalistiche (via email se reperite gli indirizzi ma anche via Facebook con un messaggio alle pagine di riferimento) oppure iscrivetevi gratuitamente a siti che consentono di pubblicare in autonomia eventi e incontri.

Chiedete all’autore del libro informazioni su come gestire la vendita delle copie del libro durante la presentazione: di certo saprà indicarvi i riferimenti da contattare presso la casa editrice oppure si occuperà in prima persona di portare con sé le copie o di accordarsi con l’editore.

Potrete organizzare il tutto via telefono o via email. Decidete insieme all’autore quale sia il modo migliore per organizzarvi, cercando di venirvi incontro. Queste sono regole non scritte che attengono al buon senso, alla relazione che si instaura e al canale che ritenete migliore per comunicazioni di servizio e organizzative.

Il luogo dell’incontro è poi un elemento fondamentale. Pensate ai posti che frequentate e che vi piacciono, oppure fate una ricerca online. Per la mia prima presentazione, ad esempio, ho coinvolto una persona che già conoscevo e che è proprietaria di un bellissimo studio fotografico. Secondo me ad ogni libro corrisponde un luogo ideale della vostra città, e non è detto che quel luogo debba essere per forza una libreria. Anzi, vi sconsiglio la libreria se prendete iniziative di questo genere in maniera autonoma.

Meglio distaccarsi dalla rete classica di presentazioni. Meglio scegliere un luogo legato anche alla vostra storia o che richiami in qualche modo l’essenza e il significato del libro. Provate a pensare a luoghi e persone che già conoscete oppure fate una ricerca su internet.

Per la presentazione del libro “La dinamite nella valigia” di Tiziano Arrigoni, ad esempio, ho contattato molti bar della mia città che ospitavano anche presentazioni e incontri, centri, associazioni, ed infine ho cercato online “caffè letterario Bari” e ho scoperto l’esistenza di Portineria 21. Sono andata a vedere il posto e nel frattempo ho sorseggiato un ottimo estratto. Quel luogo mi piacque subito molto, e in quella occasione mi avvicinai alla proprietaria per proporle la mia idea. Lei ne fu entusiasta.

Le cose avvengono se impari a chiedere.

Una regola che per me vale sempre: non fatevi bloccare dall’idea che per organizzare qualcosa dobbiate per forza conoscere già qualcuno in particolare (l’autore del libro che vorreste presentare, il proprietario di un luogo in particolare o di una libreria, il responsabile di una casa editrice). Non pensiate che bisogna “fare sistema” o “fare rete” come alcuni dicono per creare ottime occasioni di confronto, divulgazione e relazione.

Dirò di più, magari qualcosa che non tutti pensano: credo non sia necessario nemmeno invitare giornalisti o persone che attirino pubblico semplicemente con il loro nome. Se fate qualcosa che vi piace, avete il grande vantaggio di non dover badare ai numeri e alle presenze. La quantità non è sinonimo di qualità.

Motivo per il quale per la seconda presentazione ho invitato un caro amico di cui conoscevo la professionalità e nella terza mi sono lanciata da sola nella presentazione, senza nessuno a farmi da spalla se non l’autore del libro. Pensavo di non farcela, e invece l’incontro è piaciuto moltissimo a tutti i presenti.

Ecco l’ennesima dimostrazione di un fatto importante: dovrete sempre setacciare con cura i consigli che le persone vi daranno, senza partire dal presupposto che siano tutti consigli corretti o da seguire.

Serve altro per far bene le cose: abbiate ben chiaro il vostro obiettivo, siate seri e professionali in ciò che fate, esprimetevi nel modo corretto, allenate la vostra capacità di comunicare con le persone, siate affidabili e concreti ma non accondiscendenti con tutti. Questi sono gli elementi che contano davvero, al di là e prima di qualsiasi sponsor o partnership o nome da inserire in locandina per attirare più persone. La vostra rete potrete costruirla nel tempo, dando prova e dimostrazione di quel che siete e di quel che sapete fare. Oppure avrete realizzato un progetto che resterà un avvenimento isolato della vostra vita.

Qualsiasi sia il mezzo che usate, quando fate qualcosa che vi piace si vede. Quando realizzate qualcosa senza altro scopo se non fare quello che vi piace, si vede.

Cosa ho imparato alla fine?

Al termine di ognuna delle tre presentazioni letterarie che ho organizzato, ho compreso di aver imparato molto e di avere ancora molto da imparare. Prima di tutto dalle persone, che nel bene o nel male si rivelano o vi svelano nuove conoscenze e consapevolezze.

Ho imparato che se hai un obiettivo e se metti reale interesse in quel che racconti e fai, tutto questo avrà un valore inestimabile. Tutto sta a prefiggersi un’idea chiara di quale sia per voi il significato della parola “valore”.

Mettete in campo quello in cui siete bravi, ma fatelo per voi stessi! Io, per esempio, ho raccontato queste esperienze sul mio blog Frasivolanti e di certo le presentazioni che ho organizzato non hanno portato denaro a questa mia attività perché dal mio blog non ricavo in termini economici ma ricavo molto in termini che definirei umanistici, o meglio in termini di stima da parte delle persone. La stima è una moneta importantissima che molti, ahimè, sottovalutano.

Ho imparato poi che dovrò dire no a chiunque vorrà trasformare questa mia personale passione in un palco da cui poter sfruttare il mio saper fare per pubblicizzarsi. No, questo gioco ho deciso che non voglio giocarlo! Fino ad ora queste iniziative, sporadiche, hanno avuto in sé la mia firma e il mio marchio laddove con marchio non intendo un brand ma la certezza che nel mezzo del discorso su un libro non intendo fare pubblicità (o dare visibilità) ad altro se non mettere in luce la storia, l’autore e anche il luogo che con generosità lo ospita. Non è sbagliato fare rete, mettere in relazione reti di sponsor, ma in questo caso ho deciso io come e a che scopo impiegare il mio tempo libero e le mie energie.

E questo è lo scopo che ho dato a me stessa quando organizzo qualcosa di senso e di valore per me, che spero riesca a trasferire valore anche ad altri.

Provate a fare quel che vi piace. Dopo vi sentirete liberi.

Se siete curiosi di sapere come sono andate le presentazioni, le racconto nel dettaglio qui:

Le cose migliori sono saporite, fanno ingrassare e scottano – Vincenzo Moretti a Bari

Dubbio, Riflessione, Silenzio. La storia d’amore di Vera Gheno con le parole

I luoghi parlano – Vi racconto il libro “La dinamite nella valigia” e l’incontro con Tiziano Arrigoni

 

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Laura Ressa

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Scritto da:

Laura Ressa

Classe 1986 🌻 Digital Marketing Specialist & Web Writer 🌻 Frasivolanti