la locandina dell’intervista

Matteo Flora è stato ospite di Frasivolanti il 28 Aprile 2021. La sua intervista rientra nelle attività che ho realizzato per la Notte del #LavoroNarrato 2021. Come immaginerai, durante l’intervista abbiamo parlato molto di lavoro, ma non solo.

Per cominciare ti racconto chi è Matteo Flora usando le parole della sua biografia.

“Professore (a.c.) in Corporate Reputation & Business Storytelling presso la facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Pavia, è Fondatore di The Fool, la società italiana leader in Strategie di Posizionamento Valoriale e Reputazione Digitale, e co-fondatore della Legal-Tech company LT42. IVLP del Dipartimento di Stato USA nel programma “Combating Cybercrime” è Editorialista e PodCaster per Forbes, tiene una seguita video-rubrica giornaliera in cui parla di come la Rete ci cambia.”

Perché intervistare Matteo Flora? Perché rimasi molto colpita dalle sue parole durante un corso di formazione e decisi di contattarlo via LinkedIn per concordare un’intervista. Ero molto curiosa di approfondire il suo pensiero e il suo mondo. Ne è valsa la pena!


ecco le mie DOMANDE E gli INCIPIT Delle RISPOSTE di matteo… PER farvi venire l’acquolina e ascoltare l’intervista integrale

1) Nel tuo lavoro, tra le altre cose, ti occupi di sicurezza informatica, di gestire la reputazione osservando i dati e ciò che le persone scrivono online. Comincio con una domanda basilare: cosa rappresenta per te il lavoro?

Questa domanda è complessa. Io ho fondato una serie di aziende basate sulle mie competenze e su ciò che mi piace fare. Per me il lavoro è basato principalmente sulle passioni. Il lavoro si divide nel risolvere i problemi delle persone e fare qualcosa di cui sei orgoglioso. Dopo 10 anni entro in ufficio sorridendo perché lavoro con persone straordinarie nel senso etimologico del termine (cioè fuori dall’ordinario). Il lavoro è impegnarsi, continuo piccolo miglioramento. […]  

2) Insegni Corporate Reputation & Business Storytelling.
Quindi sono curiosa di chiederti cos’è per te la reputazione e quanto conta per le persone e per le aziende costruirla?
 

La reputazione è una percezione e non ha nulla a che vedere con la realtà. La reputazione è quello che dicono di te gli altri, basata sui discorsi degli altri.
La reputazione spesso è un biglietto da visita che ti precede.
Deloitte dice che la reputazione fa trattata e gestita come fosse un asset del valore inestimabile perché da un punto di vista di carriera e di business è esattamente quello. […]

3) Hai fondato The Fool e per la tua azienda ti occupi anche di Strategie di Posizionamento Valoriale. Cosa significa per te “valore”? Non solo sul lavoro ma in generale in tutti gli aspetti della tua vita.  

I Valori con la maiuscola sono delle credenze alla base di tutto che ci guidano e ci motivano, in realtà guidano le nostre attitudini e le nostre azioni. Sono alla base delle azioni ma anche dei preconcetti. I valori si mappano, ce ne sono a centinaia. I valori sono la possibilità di avere alcuni attrezzi del mestiere […]

4) In che modo secondo te la Rete cambia le persone?  

Quanto tempo abbiamo per parlare di bias cognitivi? Quand’è l’ultima volta che abbiamo comprato o letto un quotidiano e letto dall’inizio alla fine? Noi vediamo solo le informazioni che passano davanti ai nostri occhi nei feed social. I social mostrano una visione selezionata sulla base delle cose che a noi interessano: tendono a mostrare i contenuti che apprezzi cosicché tu passi più tempo sui social. […]

Vedo le vite perfette degli altri sui social che sembrano perfette e mi deprimo, questo lo mostrano molte ricerche. In realtà quelle non sono vite perfette ma solo vite di cui viene mostrata solo una minima parte. […]

5) Parlando di digital propaganda hai affrontato anche il tema della polarizzazione delle opinioni online e delle bolle social. Secondo te in che modo una persona può sviluppare ancora il proprio spirito critico in un mare digitale pieno di opinioni preconfezionate?  

Creare una sorta di spirito critico sulla rete diventa difficile. Ezra Klein ha scritto un bellissimo libro che si chiama “Why We’re Polarized” (perché siamo polarizzati) e ci racconta come abbiamo perso la possibilità di avere un’opinione personale. Ci schieriamo con le opinioni di altri e siamo sempre più attivisti.
Il secondo problema è il sovraccarico cognitivo, che abbiamo visto nella infodemia della prima ondata di Covid 19. Ogni scelta prevede uno sforzo cognitivo, devo mettere un po’ di fatica per scegliere una cosa o l’altra. Sui social ci mettiamo ancora meno sforzo nel capire la realtà.
Lo spirito critico non si allena. Ci si allena a pensare un pochino di più per prendere una decisione. E forse ci si salva. Ma forse. […]

6) Quale consideri come l’aspetto più bello del tuo lavoro?  

Programmare gli umani. Programmare le persone è infinitamente più semplice che programmare le macchine […]

7) In alcuni video della tua rubrica “Ciao Internet” hai chiuso con il saluto di Star Trek che sta per “lunga vita e prosperità”.
In Star Trek c’è molta filosofia, l’idealizzazione di un mondo in cui gli umani si sono evoluti in senso positivo. Quanto di te ritrovi in questa filosofia?
 

O ci evolveremo velocemente o ci distruggeremo. In ogni caso sarà divertente cosa accadrà. Il saluto Star Trek è l’idea che ci siano abbastanza persone per raggiungere la massa critica per cambiare in meglio il mondo che ci circonda. […]

8) C’è nel tuo lavoro anche la speranza e/o l’obiettivo finale di cambiare lo stato delle cose in meglio? Parlo della qualità della presenza e delle interazioni online ma non solo.  

La cosa che possiamo fare è sollevare il velo di Maya ipocrita, sollevarlo sia sugli amici e sia sui nemici.
Solo quando capiamo le polarizzazioni, capiremo come raggiungere le depolarizzazioni. Ma non penso che saranno le persone come me a rendere il mondo un posto migliore. […]

9) Sul tuo canale YouTube una volta hai detto di aver fatto teatro e che da quella esperienza hai anche imparato a fare delle pause quando parli e ad evitare il suono “eehhmmmm” di esitazione. 
Della tua esperienza teatrale cosa ti è tornato utile nel lavoro?  

Ho imparato tantissimo dal teatro e dal dover fare un video al giorno. Online ci sono quasi 900 miei video giornalieri. Questo ti insegna ad essere più veloce e non aver script anche per video più complessi, a raccontare cose velocemente e nell’essere più te stesso o più personaggio di te stesso. Tutto questo ti dà la possibilità di divulgare in modo diverso e di guardare cosa fai. Se hai autocritica per farlo, ciò ti consente di fare un piccolo miglioramento ogni volta. […]

10) A proposito di reputazione, qual è la cosa più strana o non corretta che hanno scritto su di te o riportando male le tue parole?  

Un’intervista fu tagliata ad arte, stravolsero abbastanza quello che volevo dire. Ogni volta quindi adesso registro le interviste. Hanno scritto falsità riguardo un cliente per una campagna elettorale vecchia, c’è stato Grillo che mi ha attaccato pesantemente.
E poi una cosa che fa ridere è che intorno a maggio giugno di ogni anno io faccio il reverse coming out e dico “sono etero”. C’è molta gente convinta che io sia gay, non che questo mi dispiaccia, ma mi fanno ridere le avances. […]

11) Il tuo motto è “estote parati” che vuol dire “siate preparati”, “siate pronti”. Perché ti piace questa frase e a cosa secondo te dovremmo tenerci maggiormente preparati?  

Estote parati è tratto dal Vangelo secondo Matteo, 24.44Ideo et vos estote parati: quia qua nescitis hora Filius hominis venturus est“.
Ed è il motto dei boy scout anche se io non sono mai stato boy scout. Poi è parte di un concetto di sicurezza informatica: la paranoia è una virtù, e quindi siate sempre pronti. Vivete in un modo per essere pronti al cambiamento, alla crisi e l’unico modo è pensare e immaginare scenari ipotetici. […]

Sono certa che l’incipit delle risposte di Matteo ti abbia incuriosito.

L’intervista integrale puoi vederla su YouTube:

oppure ascoltala su Spotify o Spreaker:

COSA PORTO con me Dopo QUESTA INTERVISTA?

Avevo timore di intervistare Matteo Flora, perché mi sembrava una persona distante e seriosa con cui approcciarsi. Ma davvero sono bastate le sue siglette e le sue battute per sciogliere la tensione e “prendere l’aria della masseria”. Mi ha mostrato la sua postazione, il suo mixer per le musichette, la tastiera, il telo nero che usa per i suoi video.

Ho capito che non c’è da aver paura. Anzi, ci si diverte di più quando parti convinto di restare in tensione tutto il tempo perché le persone sanno sorprenderti, sanno avvicinarsi a te anche quando dicono di non avere i neuroni specchio.

Matteo è una persona preparata e direi anche generosa, per il tempo che gratuitamente mi ha donato, lui che fa lezioni in università e viene invitato a eventi.

Ascoltare Matteo Flora è una scoperta davvero continua, e inoltre troverete nelle sue parole sempre ottimi spunti di lettura.

Ho soprattutto avuto conferma del fatto che prendersi troppo sul serio non è caratteristica di chi ha tanto da dire. Matteo ha tantissimo da dire, conosce se stesso, è sicuro di quel che sa fare, e credo sia libero da quel velo di Maya di ipocrisia e buonismo di cui siamo pieni ovunque.

QUINDI NON CREDERCI TROPPO, SII CAPACE ANCHE DI prenderti in giro!

Ha detto Matteo sul finale dell’intervista: “Mi costa troppa fatica essere una persona che non sono. L’ischemia mi è arrivata quando cercavo in tutti i modi di far quadrare un’immagine di me che non era quello che ero.

Grazie, Matteo!

Laura Ressa

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Copertina: la locandina della diretta con Matteo Flora

Scritto da:

Laura Ressa

Classe 1986 🌻 Digital Marketing Specialist & Web Writer 🌻 Frasivolanti