salute mentale novella limite

⏰ Il 12 luglio 2023 alle ore 19.30 in diretta streaming sulla pagina Facebook Frasivolanti abbiamo ascoltato il racconto di Novella Limite, drammaturga, documentarista, autrice, sul suo percorso artistico nella drammaturgia e nella regia che l’ha portata ad affrontare anche il tema della salute mentale e ad interessarsi alle battaglie contro l’emarginazione sociale.

Qui di seguito la biografia di Novella.

📌 “Nata in Oltrepò pavese nel 1972, intraprendo e porto a compimento gli studi classici, sentendo tuttavia la frustrazione per la mancata occasione di assecondare l’attitudine al teatro come autrice e regista.

Dopo la laurea, pertanto, decido di prepararmi attraverso corsi, seminari e laboratori seguiti alla Paolo Grassi di Milano e in altre scuole di teatro in Lombardia. Nel 2013, finalmente, la prima occasione per mettere in scena un mio testo: Addio mia Arte! Gino Grimaldi i colori dell’arte nell’ombra della follia, dedicato all’artista Gino Grimaldi, che viene rappresentato con la mia regia presso l’Auditorium Berellini di Cogoleto e patrocinato dal Comune e da un’associazione culturale locale, ACCO, i cui valori fondamentali sono la libertà di espressione e di pensiero, il rispetto e la tutela dei diritti dei cittadini e di ogni forma di diversità, la giustizia sociale, la solidarietà verso i deboli e gli emarginati. Lo spettacolo viene riproposto negli anni a venire sia a Cogoleto che ad Arenzano, presso il Teatro Il Sipario Strappato e a Genova, dall’Istituto per le materie e le forme inconsapevoli, ottenendo anche il patrocinio della Società Teosofica Italiana. Insieme allo spettacolo, curo la mostra “Ars Regia, la simbologia alchemica nell’arte di Gino Grimaldi”, che nell’aprile 2022 viene riproposta come sezione all’interno delle iniziative legate al San Remo Pride e all’esposizione Una comunità in mostra.

Dal 2017 propongo il reading da me scritto Storie oltre il cancello, dedicato alla storia del manicomio di Voghera, mentre nel 2018 partecipo come co-autrice alla stesura del libro Io Maraya Queen sarò, storia di vita di una drag queen. Dal 2017 pubblico, con lo pseudonimo di Thea Bricci, alcuni libri di genere male to male. Nell’agosto del 2021 Sara Guasti and Eviolins mettono in scena il monologo drammatico da me scritto Opinioni di una clown, liberamente tratto da Opinioni di un clown di Heinrich Böll. Attualmente, mi sto dedicando alla realizzazione di un documentario inerente la storia del manicomio di Voghera.

Nel 2020 e nel 2021 ho partecipato alle due edizioni di Per Mano, rassegna di incontri dedicati alla memoria manicomiale, organizzati da Giacomo Doni.”

Molti passaggi salienti della sua storia sono raccontati anche in una bella intervista del 2021 che consiglio di leggere: Novella Limite. Salviamo l’archivio del manicomio di Voghera

Ecco l’intervista in modalità video e podcast. Buon ascolto! Ci rivediamo più giù per alcune riflessioni finali.

Il video dell’intervista (link)

Il podcast (Spreaker)


Nei nostri saluti iniziali prima della diretta, Novella e io abbiamo espresso la stanchezza che entrambe provavamo e dovuta anche al calore eccessivo degli ultimi giorni. Dal canto mio temevo che non sarei stata sufficientemente lucida da riuscire a fare domande interessanti e avevo paura di perdermi, dimenticare, non cogliere in modo pertinente gli input di Novella.

L’intervista è durata più di un’ora e lo so che sembra incredibile, ma le parole e i racconti di Novella hanno rinfrescato l’aria che fine a pochi minuti prima sembrava torrida e irrespirabile. La chiacchierata ci ha condotte spesso anche lontano, in zone della memoria e della mente che non avremmo immaginato di toccare in questa occasione. I ricordi hanno cominciato a fluire, le emozioni si sono fatte strada nei nostri discorsi e nel giro di poco tempo ci è sembrato di essere altrove, là dove il caldo insopportabile diventa quasi impercettibile. Siamo state distratte dal momento, trasportate forse lontano da quel mondo reale spesso fatto di insormontabile stanchezza e percezione di inadeguatezza.

Esistono dunque spazi di vita che possiamo ancora ritenere davvero nostri. Esistono occasioni da cogliere che possono, nonostante tutto, anche sollevarci dal calore fuori norma e dalla stanchezza del quotidiano. Esistono incontri che sanno cancellare la dimensione temporale per lasciare solo quel che di bello un incontro tra persone sa dare: spunti comuni, storie nuove, voli di fantasia, progetti immaginati e ancora possibili.

Novella ha parlato di quel che accade quando l’arte incontra la salute mentale. Ha raccontato come il teatro si possa intersecare nel processo di cura, come la cultura possa farsi portavoce di disagi per portare a galla mondi sommersi su cui l’attenzione è purtroppo ancora scarsa.

Ci ha svelato le sue emozioni nel momento in cui per la prima volta si è avvicinata alla conoscenza dell’artista Gino Grimaldi, quello che ha provato la prima volta che è entrata in un ex manicomio, quello che avrebbe fatto se la sua vita avesse preso direzioni diverse, il perché delle sue scelte artistiche. E in più Novella ha raccontato anche come affronta l’annosa equazione cultura / denaro. Ci siamo interrogate insieme, portando ciascuna le proprie idee, su cosa voglia dire fare della cultura una fonte di sostentamento economico e su quanto sia difficile che le attività culturali diano “da mangiare” all’artista che le realizza.

Tutti questi spunti sono stati trampolini per argomentare le nostre vite, portare noi stesse su un filo conduttore che si è diramato su vari orizzonti e che ci ha viste entrambe protagoniste, insieme alle persone che ci hanno ascoltato e a quelle che ci vorranno ascoltare.

Ti invito dunque a ripensare, a riflettere su quello che Novella Limite ha raccontato di sé e del suo percorso. Perché ci ha regalato ottimi spunti per pensare alla nostra vita, ai nostri obiettivi, a ciò che ci piacerebbe realizzare e non abbiamo ancora avuto modo o tempo di fare. Ti invito a fare appello al tuo coraggio per realizzare quanto di bello sei capace ancora di creare, anche quando il tempo sembra tiranno e le occasioni sembrano essere ormai passate. C’è una frase che mi ripetono spesso: “chi ha tempo non ha i soldi, chi ha i soldi non ha tempo”. Vuol dire che chi avrebbe tempo da dedicare alle cose che gli piacciono, spesso è senza lavoro e dunque non ha soldi per coltivare quelle passioni che nutre nel cuore. Di contro chi ha i soldi, spesso non ha tempo per coltivare i propri hobby e di nutrire la propria anima perché il tempo viene risucchiato dagli obblighi lavorativi e gran parte della giornata va via appunto così, nella rincorsa al moderno concetto del produrre senza sosta.

Ma che senso avrebbe la nostra vita se smettessimo di coltivare cultura? Che senso avrebbe essere a questo mondo se poi non riuscissimo a dare il giusto peso e il giusto tempo alle cose che contano, agli affetti, a una passeggiata, alla lettura, al teatro, al cinema, alle attività ricreative e culturali che ci fanno star bene?

Ha davvero molto senso oggi interrogarci su tutto questo, chiederci quale sia lo scopo dell’arte nei processi di cura e che ricadute abbiano arte e cultura su tutti noi. In che modo fare quel che ci piace ci renderebbe persone migliori e appagate? Non sono domande scontate, non sono interrogativi inutili. Al contrario, sono questi i dilemmi più importanti che potremmo mai porci nella vita. Perché la vita è nutrimento per l’anima e, al pari del nutrimento di sopravvivenza che va a finire nello stomaco, il nutrimento che si riceve coltivando le proprie passioni e inseguendo le proprie inclinazioni artistiche delinea una buona e sana permanenza in questo mondo.

Laura Ressa

Copertina: immagine realizzata con Canva in occasione dell’intervista

Scritto da:

Laura Ressa

Classe 1986 🌻 Digital Marketing Specialist & Web Writer 🌻 Frasivolanti