libri leggere

Ho difficoltà a leggere i libri. È difficile anche ammetterlo ma purtroppo è così. Parto con la pretesa di memorizzare, carpire e ricordare… e pretendendo dalla mia lettura tutte queste cose, non faccio che perdere il senso vero della lettura stessa.

In tanti hanno provato a darmi consigli su come farmi trasportare, sul perché una volta ci riuscissi e oggi faccia sempre maggior fatica. Sarà che la vita e la tecnologia ci hanno cambiato il cervello, ma non mi voglio arrendere all’idea che, dopo aver letto, io abbia la sensazione che non mi sia rimasto nulla in memoria e nulla nel cervello. È una sensazione frustrante che si ripercuote sulla capacità di farsi portare dalle pagine senza dover controllare ogni parola, ogni significato, ogni singolo passaggio della storia che sto leggendo. È come se volessi fare mio il libro, come se la frustrazione di non poterlo fare veramente mio mi lasciasse un senso di vuoto profondo che mi induce, poi, all’abbandono inesorabile di quelle pagine.

Non so come si esca da questa sensazione penosa. Facci caso quando leggi e ti lasci trasportare dalle parole: è un miracolo riuscirci.

Sto cercando di risolvere questo problema sperimentando il distacco dal resto intorno, dalle distrazioni, dai pensieri che sopraggiungono. Lo sto facendo come se ogni pagina fosse un nuovo obiettivo da raggiungere e spuntare. Come se ogni parola non dovesse imprimersi nella mente ma in un altrove dentro me senza fissa dimora.

Non lo so se riuscirò nell’impresa, intanto ci sto provando.

Discutevo di questo qualche giorno fa e una persona mi ha detto che dovrei lasciarmi prendere dal libro come se la fine mi venisse incontro e non fossi io a doverla ossessivamente rincorrere con fatica e arrancando. Come in una gara di corsa: il traguardo non è qualcosa da raggiungere ma qualcosa che ti viene incontro. La pista, sotto i piedi, è un nastro che scorre e che devi ricacciare indietro a ogni falcata.

Questa perfetta metafora mi ha rapito. Manco a farlo apposta, ci ripenso ossessivamente ma l’ossessione ha un’accezione positiva stavolta: con il pensiero al traguardo che mi abbraccia venendomi incontro, cerco di trovare la pace che avevo perduto. Quella pace che ti fa sedere per un po’ di tempo in un luogo comodo dove ti senti lontano finalmente dal mondo e da te stesso e puoi immergerti nel mondo delle parole scritte.

Non dico che sia facile, ma avere questa immagine nella testa mi sta aiutando e quella difficoltà che fino a pochi giorni fa sembrava insormontabile ora comincia a mostrarmi nuovi spiragli di speranza.

Ecco alcuni consigli che vorrei dare a chiunque si trovasse ad affrontare la mia stessa difficoltà nella lettura.

  1. Allontana da te fonti di distrazione come, ad esempio, il cellulare con le sue perenni notifiche
  2. Trova un luogo che ti piace e che sia per te comodo
  3. Comincia con qualche esercizio di respirazione
  4. Apri il libro e immaginalo come una pista su cui stai correndo
  5. Immagina che la fine della storia (e quindi del libro) non sia qualcosa verso cui correre faticosamente ma qualcosa da cui lasciarti prendere e abbracciare
  6. Ad ogni parola cerca di avere la sensazione di essere ancora sulla pista e di ricacciare indietro il terreno che hai sotto i piedi

Questi di certo non saranno consigli validi per tutti, ma tentare non costa nulla.

Anche l’esercizio del dono e dello scambio di libri può essere una pratica interessante e utile al fine di riavvicinarsi o migliorare la qualità della lettura.

Un paio di settimane fa, per la prima volta dopo tantissimo tempo ho spedito un pacco, un regalo inviato all’estero. Conteneva una copia di Novelle Artigiane di Vincenzo Moretti ed è stato l’avvio di uno scambio di libri nato da una naturale contaminazione di idee e racconti di vita. Ancora oggi, checché ne dica chi vuol vedere solo nero, gli scambi genuini tra le persone si possono ancora costruire, anche se andiamo tutti perennemente di fretta.

Questo scambio di libri è solo l’inizio di un altro bel percorso e mi sembra quasi di essere tornata a scrivere lettere agli amici di penna di un tempo andato. Non so se ce ne scambieremo altri di libri, a dire il vero, ma l’idea di questa persona di far vivere i libri come creature da far passare di mano in mano, mi affascina e mi colpisce molto. Colpisce persino me che agli oggetti sono fin troppo legata.
Questo bellissimo scambio di visioni e storie, letterarie e non, avrà certamente delle ricadute. E chissà, magari anche tu comincerai a far vivere i tuoi libri attraverso gli occhi e le mani di altre persone.

libri dono

La persona con cui ho intrapreso questo piccolo scambio letterario mi ha inviato il libro che vedete qui sotto in foto. Non sapevamo, prima di scartare i rispettivi pacchi, quale fosse il libro che ci sarebbe arrivato.

prendila con filosofia libro

Sto accumulando libri su libri e, nonostante le mie grosse difficoltà nella lettura, non voglio che restino su un tavolo ad accumulare polvere. Voglio farli vivere nella mia testa e magari in quella degli altri, perché solo così ha davvero un senso accumulare libri. In qualche modo ci sto riuscendo e devo continuare nell’impresa. Altrimenti perché comprarli e riempire librerie? Peraltro la mia libreria non la uso neanche come sfondo per i video.

Mi sono chiesta se avesse senso parlare di questo scambio letterario o se fosse meglio, come tanti avvenimenti belli, tenerlo per me. Alla fine ho deciso che avrebbe potuto dare un’ispirazione di lettura. Ho anche pensato che, magari, questa storia ti potesse dare la spinta ad avviare uno scambio di questo genere con un amico o un collega lontano, con una persona che non vedi da tanto e con la quale pensi possa essere bello condividere pareri e letture.
Insomma, spero che in qualche modo queste riflessioni sulla lettura prima o poi servano a qualcuno.

Peppe Dell'Acqua libro

E tra le sorprese letterarie degli ultimi tempi c’è stato anche un altro incontro significativo che ha dato la spinta decisiva al mio riavvicinamento alla lettura.

Qualche settimana fa ho incontrato, a distanza di un po’ di anni dal periodo universitario, la mia professoressa di Psicologia sociale, Carmençita Serino.
Abbiamo chiacchierato a lungo, sedute al tavolino di un bar, all’aperto in un bel pomeriggio di sole nella mia città.
Il tempo è davvero volato, senza che sentissimo il bisogno di badare agli orologi o a movimenti del sole che indicassero il passare delle ore.
Io mi sono presentata a mani vuote. Lei invece mi ha donato il suo romanzo (in foto qui sotto).
Le sono molto grata perché vuol dire che ha deciso di donarmi un pezzo della sua storia e della sua vita, oltre al dono già grande che mi aveva fatto partecipando alla Notte del Lavoro Narrato.
Sono gesti che non dimentico. Gesti di attenzione gratuita, senza secondi fini. Gesti di reciprocità perché si sente di volerlo fare. Perché non ci si aspetta nulla in cambio. E in effetti io non sono propriamente persona che possa fare grossi favori, se non appunto il dono della presenza e dell’attenzione… tutte cose che però oggi vengono valutate ben poco. Conta più spesso in che giri sei, a chi “appartieni”.
E sono queste le cose che rendono felice.

Paradossalmente, al contrario di quanto poteva avvenire nei periodi scolastico (prima) e accademico (dopo), mi ritrovo adesso inaspettatamente a costruire chiacchierate e confronti con alcuni dei miei docenti. Persone da cui ero solita prendere le distanze per via dei ruoli, perché avevo rispetto dei ruoli e delle distanze che certi ruoli impongono, a torto o a ragione.
Mi dico che va benissimo così, che le persone le riesci ad avvicinare davvero a quel che sei solo quando si è fuori dai giochi di ruolo. E così nel tempo ho conosciuto e apprezzato persone che per me erano totalmente estranee. Non è questa forse la bellezza del mondo? Incrociarsi per caso e poi, per vie inaspettate, ritrovarsi a parlare in un bar.
La mia prof mi ha donato il suo romanzo. Spero di leggerlo molto presto. Mi voglio immergere anche in questa nuova storia.

E tu in quali storie ti stai immergendo e cosa ti stanno donando?

Bosch enigma delle fragole

Laura Ressa

Copertina: immagine di Michael Fallon su Unsplash

Scritto da:

Laura Ressa

Classe 1986 🌻 Digital Marketing Specialist & Web Writer 🌻 Frasivolanti