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Ho raccontato in questo post il momento della stampa della prima carta del lavoro ben fatto e le emozioni che ha suscitato in me e Vincenzo Moretti osservare per la prima volta lo scrapbook dell’articolo 52 trasformato in carta da gioco.

Parliamo sempre del Manifesto del lavoro ben fatto, del mio lavoro di scrapbook e della successiva idea di Vincenzo di trasformare tutto questo in qualcosa di più.
Riprendo le fila del discorso perché nella mia newsletter ho voluto invitare chiunque volesse a raccontarmi il proprio senso e il proprio significato dell’articolo 52 del Manifesto, che cosa rappresenta questa prima carta che poi è l’ultima frase che chiude appunto il manifesto dedicato al lavoro ben fatto.

Comincio dal primo splendido contributo, quello di Silva Giromini, narratrice raffinata che sa scavare nelle storie dosando sempre le parole e cogliendo l’essenza del racconto.
Silva ha mandato un’email a me e a Vincenzo scrivendo:
Ciao carissimi, è un po’ che non ci sentiamo.
Su suggerimento di Laura vi mando il mio senso dell’art. 52.
Fino a ieri non ci avevo pensato, ma è proprio così.
Ed è bello tornare a scrivere di senso e di lavoro ben fatto a due carissimi amici.
Fatene quello che volete.
Vi abbraccio. E vi voglio bene.
Casomai ve lo foste dimenticato.

E quello qui di seguito è il senso di Silva per l’articolo 52:

Art. 52 – Nessuno si senta escluso
“Ho ripensato a queste 4 parole, quando ho letto l’articolo pubblicato da Laura su Frasivolanti.
E ho rivisto me stessa: il mio modo di vivere e collaborare.
Quante volte ho pensato, detto, scritto e ripetuto che le mie idee sono “usa o getta”?
Sempre.
Spesso mi sono messa umilmente al servizio della mia comunità, soprattutto in parrocchia,
in diversi ambiti, tanto da diventare un vero e proprio punto di riferimento.
Eppure è un piccolo “traguardo” guadagnano con l’impegno, la disponibilità e l’esempio.
Quanto vorrei che gli altri potessero arrivare a questo traguardo.
“Nessuno si senta escluso”. E il bello è che non si vince nulla, anzi, sì: si riceve molto di più
di quanto si dona.
Si diventa ricchi nel cuore, nelle relazioni, nella stima, nei sentimenti.
Quante volte ho pensato: “io ci sono, ma se altri vogliono aggiungersi, ben venga!”
Lavorare in gruppo è bello, delegare alcuni compiti mi lascia più tempo per me. So che mi
posso fidare. E se le cose non riescono bene, pazienza. La prossima volta andrà meglio.
Attualmente ho abbandonato diversi compiti, e quando inizio un nuovo percorso (magari con
i ragazzi del catechismo) vengo a contatto con famiglie nuove, genitori diversi e magari pure
disposti a dare una mano. A volte aspettano solo un invito.
Chissà perché è così difficile fare il primo passo da soli?
Sì, credo proprio che il mio è un approccio “art.52”: nessuno si senta escluso!
Venite e vedrete, chiedete e troverete, bussate e vi sarà aperto… diceva Qualcuno (un certo
Gesù di Nazareth)”.


Grazie Silva! Sei un esempio concreto di impegno verso gli altri, e il tuo modo di fare sembra così fuori dal tempo da commuovermi. Eh sì perché in vari contesti stiamo diventando più inclini o abituati alla falsità che alla gentilezza del cuore e dello spirito.
Con i tuoi racconti e le tue parole, sempre generose anche con me, mi dimostri che la stima esiste, che esiste quella sincera, priva di fronzoli, diretta al punto, genuina.
Grazie per averci raccontato cosa rappresenta per te la prima carta del lavoro ben fatto: lo spirito è proprio questo.

Chiunque volesse raccontare cosa significa nella propria esperienza di vita la frase “Nessuno si senta escluso”, può farlo commentando questo post o scrivendomi all’indirizzo frasivolanti@gmail.com.

Vi aspetto.

Laura Ressa

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Copertina: Photo by Alessio Lin on Unsplash

Scritto da:

Laura Ressa

Classe 1986 🌻 Digital Marketing Specialist & Web Writer 🌻 Frasivolanti