Esattamente un anno fa scrissi questo…

“Ci ho riflettuto più di una volta nel corso degli anni e, stringi stringi, qualsiasi parola sarebbe superflua e sprecata se usata per raccontare o per descrivere chi cerca di trarre godimento nel tentativo di causare male e danno al prossimo. Raccontare certe devianze umane, tanto diffuse, significherebbe infierire su chi, evidentemente, ha già molti problemi a godersi la propria vita e ad apprezzare davvero ciò che ha. Semplicemente perché ciò che ha, anche quando può sembrare molto dal punto di vista materiale, non sarà mai sufficiente a colmare un evidente e palese vuoto emotivo e identitario. Semplicemente perché, stringi stringi, alla fine della giornata mi dispiace – realmente – per chi basa la propria vita sul tentativo di accaparrarsi o mostrare un fasullo benessere e, contemporaneamente, cercare di causare danno o malessere agli altri. Sono persone che si smascherano da sole: le riconosci da subito oppure impari a individuarle piano piano nel tempo, da piccoli o grandi segnali che solo una conoscenza di lungo corso o più approfondita può svelare. Infierire su questa categoria umana sarebbe, davvero, non solo una perdita di tempo ma anche un gesto cattivo da parte di chi invece non ha bisogno di causare male per trarne un effimero godimento momentaneo. Sarebbe inutile raccontare certe devianze umane semplicemente perché andrebbero trattate da tutti, appunto, come devianze, come atteggiamenti da osservare con un tenero sorriso di compassione o con umana pietà. Sarebbe inutile, poi, raccontare questa deriva umana tanto più quando chi pratica la propria umana deriva pensa di darla a bere nella vita o sui social raccontandosi come persona dai grandi valori morali, ostentando sicurezza, enumerando le proprie qualità autoriferite. Sono facciate, specchi per allodole, cose a cui nessuno crede più dopo un po’. Continuate a far loro cenni di approvazione con la testa: penseranno di avervi convinto e potrete tornare a provare compassione per loro, sperando che un giorno possano capire dov’è andata a finire la loro vita.

Sono invece le persone migliori che dovremmo raccontare, quelle per cui dovremmo davvero spendere tempo e parole. Sono loro che meritano grande attenzione in un mondo infestato di fantasmi e parassiti. Sono quelle che non ci tengono a raccontarvi la loro presunta statura morale, che non salgono sui podi, che non si prendono i meriti, che non tendono trappole, che non usano il buio per farvi lo sgambetto ma per aiutarvi a camminare anche senza luce. Rappresentano una minoranza? Non lo so. Forse preferisco credere ancora in una forza umana più potente della sete di potere ed egocentrismo. Sì, credo ancora in una forza umana più potente della umana desolazione di chi conta poco e crede di valere tanto.”


E allora oggi voglio parlare delle persone che meritano una menzione davvero speciale, di quelle che vanno ringraziate per prime perché percorrono una strada vera con noi e per noi.

Non si tratta di escluderne altre ma di imparare nel tempo, per prove ed errori, per sbagli e scelte corrette, attraversando cadute di stile che non riguardano le marche che si indossano ma piuttosto i sentimenti veri che si è in grado di costruire nel proprio animo.

Alla fine della giornata, quando in un percorso capita di tirare le somme, è necessario che ognuno guardi con onestà a quel che ha fatto, per migliorare quel che farà dal giorno successivo. È necessario chiedersi cosa si è fatto per gli altri davvero per metterne in luce i pregi e i talenti, che non sono solo belle parole da scrivere ma assai più di senso se agite. Ne riflettevo proprio poco fa con Chiara Losito, spesso mia grande fonte di ispirazione. E d’ispirazione lei lo è stata anche questa sera nel momento in cui, parlando nel vagone che ci sta riportando a casa dopo un impegno lavorativo, è riuscita ancora una volta a indurmi a scrivere quello che ora, dal piccolo schermo di uno smartphone, vi sto scrivendo di getto.

Cosa conta alla fine della giornata?

Nonostante tutto quel che si dice sul lavoro e nonostante quel che spesso può accadere nei luoghi di lavoro, io al lavoro ci credo ancora. E molto. E credo nelle persone. Moltissimo. Il credere fortemente e genuinamente negli altri mi ha fatto spesso scivolare, in generale e non solo in alcuni ambienti di vita. Ma proprio questo credere è qualcosa a cui non posso e non voglio rinunciare. Perché è quello che sento di essere. Forse una eterna illusa, forse una eterna stupida. Oppure una che non ha mai capito niente di come gira il mondo. Ma poco importa come vieni giudicato senza pietà, conta chi sei e l’identità definita che devi avere per essere una persona credibile, seria e tutte quelle belle parole che si usano e che andrebbero ogni tanto anche calate nella pratica.

Condivido qui con voi solo una delle tante immagini, una foto che rappresenta un percorso, ma soprattutto uno scatto che racchiude quel che resta a fine giornata, chi ringraziare, di cosa andar fieri, quanto siano importanti le relazioni tra umani che sanno esserlo davvero.

Cosa resta dunque alla fine di tutto? Chi dovremmo imparare a ringraziare?

Certamente chi ci ha reso più forti in vario modo. Ma oggi voglio ringraziare chi guarda senza squadrare dall’alto in basso, chi osserva con il cuore pulito, gli occhi sinceri, lo sguardo che non punta al giudizio ma alla condivisione e al consiglio.

Ci credo nelle persone. Ci credo davvero.

E ho appena deciso che continuerò a crederci.

Chiara, io e Domiziana

Dedicato a Chiara Losito e Domiziana Tundo e a tutte quelle persone che mi hanno aiutato a crescere, a vedere, a credere ancora e sempre. A prescindere da quelle vocine che ti dicono che il lavoro non può essere altro che una fonte di stipendio.

Ringraziatele anche voi le vostre persone, qualsiasi ruolo abbiano avuto per voi. Perché essere riconoscenti e riconoscere il valore negli altri, può solo migliorarci. Al contrario, volerlo calpestare ci farà camminare sempre un passo indietro pur nella speranza o nella convinzione di stare andando avanti.

Si va avanti realmente solo quando si impara a mettere sul piedistallo prima gli altri e soprattutto a camminare insieme a loro mettendo in risalto la bellezza e il talento che gli altri ci mostrano di avere.

Laura Ressa

Scritto da:

Laura Ressa

Classe 1986 🌻 Digital Marketing Specialist & Web Writer 🌻 Frasivolanti